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La tomba dell'eroe Millo tra i calcinacci, l'Asp la restaura

L'ammiraglio dell'impresa dei Dardanelli aveva donato tutto alla casa di riposo "Vittorio Emanuele". Nella cappella sarà ripristinato il colore originario

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
1 aprile 2025|7 giorni fa
La tomba di Enrico Millo al cimitero di Rivalta
La tomba di Enrico Millo al cimitero di Rivalta
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Procedendo da Mirafiori, sulla riva destra del Trebbia, si ammira nei pressi di Rivalta la collina della Boriacca, la grande dimora padronale restaurata nel Settecento e donata dall’ammiraglio Enrico Millo all’ospizio “Vittorio Emanuele” di Piacenza, purché, in cambio, la casa di riposo avesse cura dei sei anziani più poveri del borgo garantendogli assistenza gratuita. Per lui, nato a Chiavari nel 1865 e morto a Roma nel 1930, quella donazione fu un atto d’amore alla terra della sua mamma, la contessa Luisa Anguissola d’Altoè, una terra cui lui stesso, medaglia d’oro al valor militare, era tanto devoto da voler essere sepolto al camposanto di Rivalta.  
LA VOCE DI BIANCHI 
A quasi un secolo dalla sua morte, però, Libertà ha lanciato nelle ultime settimane un appello, dando voce in prima fila al geometra Antonio Bianchi: la cappella della famiglia Millo - ha spiegato Bianchi - è infatti ormai ferita gravemente dalle infiltrazioni che hanno causato la caduta dei calcinacci, oltre al fatto che il nome dell’ammiraglio è diventato nella percezione comune solo una via qualunque in città. Non il comandante della squadriglia torpediniere che, sulla notte del 18-19 luglio 1912, violò lo stretto dei Dardanelli, durante la campagna italoturca.  
L’AFFETTO DELLA GENTE
Dopo l’articolo si sono fatti avanti in tanti, sottolineando che non era ammissibile uno sfregio alla memoria dell’eroe: tra questi, l’ex senatore Pietro Pisani e Stefano Tramelli di Rivalta, già vicesindaco. Però qualcosa si è mosso, dalla grande casa di riposo di via Campagna, che sottolinea di non aver mai abbandonato la tomba del suo benefattore: «Un architetto incaricato da Asp aveva già fatto a gennaio un primo sopralluogo, e si è recato il giorno stesso all’Ufficio tecnico del Comune di Gazzola per avere indicazioni sulle procedure da adottare per eseguire un intervento di restauro», spiega dalla struttura Cristiana Bocchi, direttrice generale dell’azienda dei servizi alla persona. «Gli uffici del Comune gli hanno risposto però di doversi prendere un tempo per valutare un eventuale passaggio in Soprintendenza e il caso specifico».  
PRESTO I LAVORI
A gennaio, comunque, le condizioni meteo non avrebbero consentito l’intervento di restauro: «E dunque sono state raccolte intanto informazioni, anche di carattere storico e tecnico», precisa Bocchi. A fine gennaio sono stati fatti dettagliati rilievi metrici e fotografici. «Dalle foto si evince che sotto l’attuale  tinteggiatura marrone si intravedono, sulla volta, precedenti fasce alterne di bianco e grigio (riferimento ligure?) che riteniamo doveroso  ripristinare», continua Bocchi. Lo studio di architettura incaricato ha ultimato in questi giorni il computo metrico per i lavori: «La settimana prossima riprenderà  i contatti con l’Ufficio tecnico  comunale per definire modi e tempi dell’intervento previsto», conclude la direttrice. 
LA VENDITA AL NOTAIO 
La Boriacca venne venduta dalla casa di riposo di via Campagna al notaio Massimo Toscani: comprendeva, oltre ai boschi e alla dimora, anche una cappella dedicata a Sant’Isidoro nella quale era custodito il cappellino indossato da Millo proprio durante l’epica impresa dei Dardanelli. Un’altra storia: è proprio vero che la cronaca non finisce mai.