Giocare da soli non è mai stato così epico: arriva Gloomhaven: Buttons & Bugs

Ecco un gioco pensato esclusivamente per un solo partecipante

Carlo Chericoni
|1 mese fa
La versione italiana del gioco - © Libertà/Carlo Chericoni
La versione italiana del gioco - © Libertà/Carlo Chericoni
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Questo fenomeno non solo ha portato molti editori a introdurre modalità in solitaria nei titoli tradizionali, ma ha anche spinto diversi game designer a ideare giochi pensati esclusivamente per un solo partecipante.
È il caso di Gloomhaven: Buttons & Bugs, versione compatta e completamente solitaria di uno dei giochi di avventura e combattimento tattico più apprezzati degli ultimi anni.
La sua origine è piuttosto curiosa: tutto nasce nel 2021 dal progetto indipendente Gloomholdin’, ideato dal game designer Joe Klipfel. Pubblicato online gratuitamente, era composto da otto pagine da stampare e ritagliare per creare un gioco di sole diciotto carte. Il buon successo riscontrato tra gli appassionati attirò l’attenzione di Isaac Childres, creatore del Gloomhaven originale, che rimase però così colpito dal lavoro di Klipfel da proporgli di svilupparne una versione ufficiale. Così è nato Buttons & Bugs, al quale hanno collaborato Nikki Valens sul piano del design e lo stesso Isaac Childres per la parte narrativa.
Perfettamente inserita nell’universo e nelle atmosfere fantasy dell’originale Gloomhaven, la storia ha un tocco fiabesco: racconta di un eroe mercenario che viene magicamente rimpicciolito ed è costretto ad affrontare battaglie e missioni in un mini-mondo, nella speranza di tornare alle sue dimensioni standard.
Anche per quanto riguarda la meccanica di gioco, questa mini-versione da giocare in solitario riprende in modo essenziale, ma fedele, quella del “fratello maggiore”. Il giocatore controlla un singolo personaggio e dispone di quattro carte azione, ciascuna dotata di due effetti distinti: uno nella parte superiore e uno in quella inferiore.
All’inizio di ogni turno il giocatore sceglie due carte dalla propria mano e deve usare la metà superiore di una e quella inferiore dell’altra, così da muoversi, attaccare o attivare abilità speciali.
Le carte hanno poi un lato A e un lato B. Quando vengono giocate per la prima volta sono sempre sul lato A e, alla fine del turno, tornano in mano al giocatore girate sul lato B. Quando invece vengono giocate sul lato B, a fine azione vengono collocate nel mazzo degli scarti e potranno essere recuperate solo attraverso un’azione speciale chiamata “riposo”, che comporta la perdita definitiva di una di esse per il resto della missione. Questo significa che, man mano che la partita avanza, le azioni disponibili diminuiscono e, quando il giocatore non ha più almeno due carte da giocare, la missione termina con una sconfitta.
I nemici seguono una delle tre sequenze di azioni
I nemici seguono una delle tre sequenze di azioni
La gestione di queste quattro carte rappresenta la vera sfida di Buttons & Bugs: usandole nella giusta sequenza è infatti possibile generare combinazioni interessanti, ottimizzando l’efficacia del proprio mercenario. Questo rende ogni turno un piccolo “puzzle” da risolvere, valorizzando più l’astuzia del giocatore che la sua fortuna.
In generale si tratta di un sistema semplice, che restituisce comunque la profondità del gioco originale in una forma accessibile, veloce e perfettamente adatta al gioco in solitaria.
Sorprende poi scoprire quanti contenuti siano riusciti a far entrare in una scatola così compatta. Ognuna delle venti carte missione propone da un lato un testo che introduce alla battaglia e dall’altro la mappa su cui si svolgerà lo scontro. I personaggi tra cui scegliere il proprio eroe sono ben sei, ognuno con la sua scheda, il suo set di carte uniche e anche una “mini-miniatura” da usare sulla mappa. Non manca poi la possibilità di far salire di livello gli eroi, né quella di equipaggiarli con oggetti speciali come nella mastodontica versione originale.
Buttons & Bugs è un piccolo gioiello capace di racchiudere tutta l’intensità e l’atmosfera dei titoli Gloomhaven, ma in formato compatto e pensato per il gioco in solitaria. Il livello di sfida è piuttosto alto e, pur con regole essenziali, la struttura presenta una complessità superiore alla media, che sarà particolarmente apprezzata dai giocatori più esperti. Nonostante ciò, resta un’esperienza accessibile che vale la pena provare anche per chi è semplicemente curioso di scoprire un modo diverso di giocare, tutto “senza corrente”.
One Card Dungeon
One Card Dungeon
UN'AVVENTURA SOLITARIA, SU UNA SOLA CARTE: ONE CARD DUNGEON
Il secondo titolo che vi proponiamo è un altro dungeon crawler fantasy, ma con regole ancora più semplici, perfette per chi si avvicina per la prima volta al mondo dei giochi da tavolo.
One Card Dungeon sorprende per la sua essenzialità: come suggerisce il nome, l’intero gioco si basa su una sola carta stampata fronte-retro, che consente di affrontare un dungeon suddiviso in dodici livelli di difficoltà crescente.
Il sistema di gioco è minimalista ma funzionale: un dado verde rappresenta l’eroe e alcuni dadi rossi indicano i nemici.
Un set di tre dadi bianchi, posizionati sul valore 1 saranno il valore base di movimento, attacco e difesa, mentre un quarto, impostato sul valore 2, indica il raggio d’azione dell’attacco.
A ogni turno il giocatore lancia tre dadi neri, che vengono posizionati sotto quelli bianchi delle statistiche base: movimento, attacco e difesa. Il valore di ciascuna caratteristica per quel turno si ottiene sommando il numero del dado nero con quello bianco corrispondente, determinando così quanti punti sono disponibili per ciascuna azione.
Muoversi di una casella ortogonalmente costa due punti movimento, mentre diagonalmente ne costa tre. Quando l’eroe cerca di colpire un avversario, deve spendere un numero di punti attacco almeno pari al valore di difesa del bersaglio per infliggergli un danno.
Quando invece ci sono dei mostri che possono attaccare l’eroe, questi sommano tutti i loro punti attacco e il risultato viene diviso per la difesa del giocatore, determinando così quante ferite infliggono.
Se si riesce a sconfiggere tutti i nemici presenti in un livello, prima di passare al successivo il giocatore può scegliere tra due opzioni: recuperare salute oppure potenziare una delle statistiche, aumentando di uno il valore di uno dei dadi bianchi.
A rendere One Card Dungeon coinvolgente, nonostante la sua struttura estremamente essenziale, è proprio la varietà di scelte da compiere: decidere come assegnare i dadi neri, sfruttare gli ostacoli sulla mappa per bloccare i nemici o persino usare a proprio favore la semplice intelligenza artificiale che regola il comportamento degli avversari.
Tutte queste possibilità sono racchiuse in una meccanica di gioco semplice e immediata, adatta anche a chi è alle prime armi o ai giocatori più giovani. Ma non bisogna farsi ingannare dall’aspetto minimalista: il livello di difficoltà è elevato sin dai primi scontri e completare tutti e dodici i livelli del dungeon è un’impresa che in pochi possono vantare.