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Per avere l'acqua del Brugneto è partita la raccolta firme

Il Comitato Difesa Trebbia rispolvera il vecchio motto delle battaglie del Cassingheno: "Senza il suo sangue la valle muore". Chiesto un incontro urgente

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
10 aprile 2025|12 giorni fa
Per avere l'acqua del Brugneto è partita la raccolta firme
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«Senza il suo sangue la valle muore». Il motto della lotta per il Cassingheno nel 1993 è tornato e accompagna la raccolta firme che è partita ieri online ma sarà a stretto giro anche cartacea, nei bar, nei locali della valle e di Piacenza, tra i mercati, nelle palestre, nei campi da calcio, nelle sedi delle associazioni.
Perché da quando Libertà ha pubblicato il 21 marzo la relazione shock di Ireti Liguria nella quale si ipotizzava il rilascio zero dalla diga del Brugneto a Piacenza, di tavoli ai quali si siano sedute entrambe le Regioni finalmente faccia a faccia non se ne sono visti, anche se si continua a parlare di trattative sottotraccia. E quindi i comitati e gli innamorati del Trebbia adesso alzano gli scudi, si preparano in vista dell’estate, ricordando come manchino solo poche settimane a giugno-luglio, quando solitamente inizia il rilascio obbligatorio di acqua dalla diga del Brugneto verso la valle piacentina. Un rilascio, si ricorda, che è disciplinato da un rigido accordo tra le Regioni Liguria ed Emilia-Romagna, scaduto da luglio tra gli impegni bipartisan a riparlarne presto.
«Abbiamo chiesto un incontro alla sindaca Katia Tarasconi, all’assessora regionale Irene Priolo, alla presidente della Provincia Monica Patelli. Nessuna ci ha risposto al momento», sottolinea Marialuisa Ballerini, che con altri militanti del Comitato Difesa Valtrebbia. «A 70 anni dalla prima concessione è venuto il momento di affrontare la questione in modo totalmente diverso dal passato», spiegano i promotori della raccolta firme, disponibile sul sito www.buonacausa.org. «Chiediamo vengano accertate le reali necessità idropotabili della città di Genova e quale sia l’apporto dell’acqua del Brugneto a questi fini, tenuto conto del ridotto fabbisogno. L’invaso deve essere mantenuto sempre sotto il livello di »pieno« per scongiurare rischi idraulici. Chiediamo inoltre un Piano per la gestione dei sedimenti e rilasci programmati sulla base delle necessità di tutto il territorio».
Ci sarebbe anche un altro patto da evidenziare: le migliaia di tonnellate di rifiuti liguri bruciati nell’inceneritore a Piacenza.