Sta bene il 67enne defibrillato al bar di Santimento
Maurizio Molinari era stato soccorso dalla moglie, mentre un avventore del locale ha recuperato lo strumento salvavita. Aschieri: «Fondamentale la diffusione capillare dei Dae»
Redazione Online
|2 ore fa

Maurizio Molinari insieme all'équipe di cardiologia guidata dalla dottoressa Daniela Aschieri (seconda da sinistra) con la coordinatrice Maria Tansini
Sta bene ed è tornato alla sua vita quotidiana Maurizio Molinari, l’uomo di 67 anni colpito da arresto cardiaco lo scorso 12 dicembre mentre si trovava all'osteria di Santimento, nel comune di Rottofreno.
Un episodio che si è concluso con esito positivo grazie alla prontezza dei presenti, alla tempestiva chiamata al 112 e alla presenza di un defibrillatore automatico esterno (DAE) nelle vicinanze.
Decisivo l’intervento della moglie, che ha iniziato immediatamente il massaggio cardiaco seguendo le indicazioni dell’operatore del Numero unico per le emergenze 112, e di un testimone presente nel bar, che si è precipitato a recuperare il DAE poco distante. Le tre scariche erogate dal defibrillatore, insieme alle manovre di rianimazione precoce, hanno consentito di ripristinare l’attività cardiaca in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
L’uomo è stato quindi preso in carico dai professionisti del sistema di emergenza territoriale 118 e successivamente dall’ospedale, dove ha completato il percorso di cura. Oggi è in buone condizioni di salute e ha potuto trascorrere le festività natalizie a casa, insieme alla sua famiglia.
L’episodio conferma l’importanza della rete dell’arresto cardiaco attiva sul territorio piacentino, costruita nel tempo grazie alla collaborazione tra l’Azienda Usl di Piacenza, Progetto Vita e i professionisti del soccorso, e basata su tre elementi fondamentali: riconoscimento precoce dell’emergenza, chiamata immediata al 112 e disponibilità capillare dei defibrillatori.«Questo caso dimostra ancora una volta – sottolinea Daniela Aschieri, direttore di Cardiologia –quanto sia fondamentale investire nella diffusione dei DAE e nella formazione dei cittadini»
Un modello, quello del Progetto vita, che la dottoressa Aschieri ha recentemente illustrato negli Stati Uniti, in un convegno organizzato a New Orleans dal Journal of American Heart Association. «La forza del Progetto vita è la capillarità della diffusione dei defibrillatori - spiega Aschieri -. Oggi a Piacenza ne abbiamo uno ogni 240 abitanti. E' proprio la massiccia presenza sul territorio degli strumenti salvavita a fare la differenza. Anche negli Stati Uniti guardano con interesse al nostro modello. E' un modello replicabile che è sicuramente possibile estendere a tutte le città italiane».

