Vetrina sfondata a calci, rimane tanta paura: «Mandino l'Esercito»

Lo sfogo dei titolari di Ema Outlet. «Per la denuncia davanti a noi altre 12 persone»

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
|4 ore fa
Vetrina sfondata a calci, rimane tanta paura: «Mandino l'Esercito»
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Il vetro di una vetrina si aggiusta, si cambia. Con la paura, però, lo scotch non basta. Nel negozio Ema Outlet, in via Colombo, è così da qualche giorno: l’8 dicembre un uomo aveva tentato di pagare con una carta di credito falsa e aveva rubato; il 9 si era ripresentato in negozio sfondando la vetrina. Poi domenica scorsa, stessa scena: lui voleva entrare, e i negozianti erano barricati dentro, con la porta chiusa a chiave, nonostante volessero lavorare, a pochi giorni da Natale e dalla spesa degli ultimi regali.
«Quell’uomo ne ha combinate di tutti i colori, e ora è a Le Novate, almeno», spiegano dal negozio. «Però prima di essere fermato ha rubato un orologio, altre scarpe ed è sospettato di essere l’autore della rapina di viale Dante», oltre che del furto di un mezzo di Iren. La sua corsa spericolata sull’auto rubata è finita in un campo, dopo uno spericolato inseguimento, come abbiamo riferito nei giorni scorsi.
«Ora però la nostra commessa vuole licenziarsi, ha subito un forte stress, è in stato di shock. Si pensa sempre che le cose scivolino, o “Cosa vuoi che sia”, ma i segni della paura uno se li porta addosso. Noi lavoriamo in via Colombo da dodici anni, e prima non era così, anzi per il commercio era una zona di sicuro attrattiva e attraente. Qualcuno ci ha detto che dovremmo andarcene. Ma noi abbiamo investito qui, e comunque se mi confronto con altri commercianti mi dicono “Mai hai presente viale Dante?” o ancora “Sai cosa succede alla Farnesiana?”.
Mi sembra dunque che il problema sia generalizzato, e quel che ci si porta a casa, alla sera, è una sensazione di forte impotenza».