La famiglia Armani dice "sì" al murale su un palazzo popolare

In via Radini Tedeschi il dipinto dedicato allo stilista piacentino scomparso. Piacenza capitale europea della cultura, a breve la nascita del comitato promotore

Gustavo Roccella
Gustavo Roccella
|3 ore fa
In via Radini Tedeschi la facciata dell’edificio candidato al murales su Armani
In via Radini Tedeschi la facciata dell’edificio candidato al murales su Armani
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«Ieri in Comune è arrivata la lettera della famiglia di Giorgio Armani di ringraziamento per l’iniziativa del murale dedicato al grande stilista. Ho sempre detto che senza il loro benestare non avremmo realizzato nulla, e ora ci comunicano il consenso per procedere». Ne ha dato notizia la sindaca Katia Tarasconi alla conferenza stampa di fine anno sottolineando come la street art sia «uno degli strumenti con cui il Comune interviene sul decoro urbano trasformando spazi anonimi in luoghi riconoscibili e curati».
A margine della conferenza stampa si è appreso che il murale dedicato allo stilista piacentino scomparso tre mesi fa sarà realizzato alla Farnesiana, sul fianco di uno dei caseggiati di edilizia residenziale pubblica che affacciano su via Radini Tedeschi. Questa la proposta presentata da Antonio Cotecchia, in arte Koté, presidente di ArteViva Ets con sede a Rottofreno, che si aggiudicato la sezione dedicata ad Armani del bando Uau Pc! (l’arte urbana unisce Piacenza) meritandosi dal Comune 10mila euro di premio.
Cotecchia, che in città ha già messo la firma su altre opere di street art una delle quali è il grande murale di 30 metri di altezza per 15 di larghezza, sempre sulla facciata laterale di una palazzina di edilizia popolare alla Farnesiana (via Caduti sul Lavoro), ha scelto quel quartiere periferico pensando, ha spiegato (v. “Libertà” del 12 dicembre scorso), che «Armani, prima di diventare chi è diventato, è partito dal basso, oltre ad aver abitato, è stato detto, in via Colombo». Il bozzetto presentato al concorso sarà trasposto sul palazzo di via Radini Tedeschi, con dimensioni rilevanti.
Quanto al luogo da intitolare allo stilista piacentino, impegno assunto dal Comune con una mozione approvata in Consiglio, la sindaca non si è sbilanciata: «Stiamo cercando di trovare la migliore soluzione condivisa, ma mettere d’accordo tutti è difficile», si è limitata a dire.
In tema culturale ha fatto sapere che la candidatura di Piacenza a capitale europea della cultura è un progetto in cui «crediamo molto». A metà gennaio si conta di approvare una delibera per la costituzione del comitato promotore: «Sono convinta che, al di là del risultato finale, il percorso ci permetterà di avere più consapevolezza e spirito di squadra».
Tarasconi è poi tornata sulla decisione di accorpare in un unico appalto la gestione del bar sotto il Comune e dello Iat che ha sede sotto il Gotico prevedendo anche un servizio di portineria per consentire l’accesso dei turisti al salone del Gotico: «Non c’è mai stato da parte dell’amministrazione l’intento di dare il Gotico in concessione a privati», ha ribadito in riferimento alle critiche sollevate dall’opposizione ma anche da esponenti della maggioranza. E se sul salone del Palazzo sono circolate ipotesi di inserimento nel bando di servizi di catering, si trattava di «fogli di lavoro, di appunti di un dirigente comunale che aveva una sua idea da sottoporre al gruppo di lavoro ma che era solo nella sua testa e non si è mai tradotta in indirizzo dell’amministrazione», ha assicurato la sindaca dicendosi «dispiaciuta che troppo spesso vengano ripetute cose non vere facendole passare come vere»