«Sanità pubblica, il profitto non prevalga sui bisogni»

Il consigliere comunale Rabuffi (ApP) e la sua esperienza personale: «34 euro per operarmi tra dieci mesi. Ma con 150 euro nel privato intervento subito»

Marcello Pollastri
Marcello Pollastri
|2 ore fa
«Sanità pubblica, il profitto non prevalga sui bisogni»
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La sanità pubblica sotto esame, tra dati ufficiali e una vicenda personale che diventa denuncia politica. A riaccendere il dibattito sul rapporto tra liste d’attesa e attività libero professionale intramoenia (Alpi) è Luigi Rabuffi, consigliere comunale di Alternativa per Piacenza, che interviene dopo la pubblicazione - passata quasi sotto silenzio - della Delibera n. 120/2025/VSG della Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna, relativa all’attività dell’Ausl di Piacenza nel 2024.
Un documento di 53 pagine che, come sottolinea Rabuffi, «dice e fa capire tante cose», soprattutto alla luce dei lunghi tempi di attesa per le prestazioni sanitarie e dello stretto legame con l’attività intramoenia. Dall’istruttoria dei giudici contabili emergono sei profili di criticità, tra cui il mancato raggiungimento degli obiettivi sui tempi di attesa, la non previsione dell’Alpi come strumento eccezionale di governo delle liste e persino due fattispecie di corruzione.
Limitandosi alle liste d’attesa, la Corte “bacchetta” l’Ausl di Piacenza per diverse prestazioni: per le visite ed esami diagnostici di priorità D (differibili) la tempistica è stata rispettata solo nell’85,37% dei casi, contro il 90% previsto; per la protesi d’anca si scende al 51% rispetto all’85% atteso, mentre la chirurgia generale si ferma al 40% contro il 75%.