La detective di false identità che fa la guerra agli “alias”
Un ufficio della Polizia locale è dedicato a smascherare documenti contraffatti. Lo guida Lucia Muselli, esperta acclarata

Paola Brianti
20 aprile 2025|25 giorni fa

Questa volta il Portfolio inizia dalla fine, ossia riportando la sensazione di terrore e smarrimento che si sente addosso dopo aver chiuso la porta dell’Ufficio falsi documentali al comando della Polizia locale di Piacenza. Qui, in via Rogerio, la frase “non sai mai chi hai davanti” prende un significato fuor di metafora. Per strada, in coda al supermercato, al bancone di un bar, ognuno di noi ha certamente incrociato qualcuno che sostiene d’essere chi non è. In un mondo popolato di “alias”, a nulla varrebbe farsi mostrare una carta d’identità. La sovrintendente Lucia Muselli di mestiere fa questo: smaschera identità false. È un’esperta acclarata, tanto che dal 2009 la Procura ha stabilito che tutti i documenti sequestrati in quanto considerati contraffatti o alterati siano inviati a questo ufficio. Una bella responsabilità, conferma, « perché nel caso in cui si tratti di documenti atti all’espatrio, la pena è l’arresto ».
« Non tollero di farmi prendere in giro» dice Muselli, ed è una dichiarazione d’amore per il mestiere e di guerra nei confronti di falsari e loro acquirenti. Perché tutto si falsifica: assicurazione, patente, carta d’identità e circolazione, e no, non c’è bisogno di andare di notte in zone portuali malfamate per entrarne in possesso. Muselli apre una dietro l’altra pagine sul web che strillano “il tuo documento in 8 minuti”, una patente costa 73 euro, qualcosa in più con la consegna a casa. Patacche evidenti? «Solo a chi abbia gli strumenti per riconoscerle – avverte - Ma mettiamo il caso di un incidente in cui non intervengano forze di polizia per i rilievi: dubito che un cittadino senza competenze possa accorgersene».
La guerra di Muselli inizia quando ancora era un’agente in motocicletta, «volevo fare il mestiere dei Chips», e in centro storico aveva stanato i primissimi permessi per la Ztl contraffatti. «Poi ho iniziato con le patenti e mi si è aperto un mondo, ho seguito e continuo a seguire corsi sui sistemi di sicurezza dei documenti, insegnano a notare filigrane e micro scritte invisibili a occhio nudo». Sono sistemi sempre più avanzati, ma i falsari vanno di pari passo.
Oltre all’esperienza e a una chat di gruppo con i colleghi di tutt’Italia che condividono dubbi e soluzioni, Muselli ha due alleati tecnologici: un lettore e una microtelecamera che ingrandiscono i documenti di decine di volte e sparano luci a infrarossi, radenti o Uv per evidenziare l'essenziale che è invisibile agli occhi. E allora scopriamo che il Portfolio ha i documenti in regola, ma non solo: vediamo le stelline luminose sulla nostra patente, rilievi, ologrammi e la finezza dell’emblema della Repubblica italiana, il logo bellissimo con stella, ulivo, quercia e ruota, frutto di un concorso vinto da Paolo Paschetto. Lo aveva consegnato al Paese il Presidente De Nicola nel 1948.
Scopriamo, anche, «che ogni Stato ha i propri documenti, sono tutti diversi. Questa patente è del Senegal, un documento avanzatissimo, con filigrane e segni estremamente difficili da falsificare». E la sovrintendente deve conoscerli tutti, anche un documento emesso in Ohio, che è diverso da un altro targato California. «Ma in questo periodo l’allerta è altissima sulle patenti romene e greche: un’invasione, ne abbiamo smascherate moltissime ». Ed ecco che le suona una notifica sul cellulare: «Vedi? Questa è greca». Gliela sta inviando un collega dopo un controllo. Sembrerebbe in regola, «e invece ci sono microsbavature sul disegno di fondo – dice dopo averla piazzata sotto allo strumento – e un rilievo qui, dove non dovrebbe esserci». Tana e un sorriso che sa di vittoria.
Viene da chiedersi perché si comprino nuove identità, e Muselli negli anni ha intercettato molte categorie. «C’è chi ha necessità di lavorare, di sfamare la famiglia – dice con quella che sembra comprensione – Se ha una patente, tra i mestieri che può fare da subito c’è mettersi alla guida di un camion e basta una Carta di qualificazione, la Cqc, obbligatoria per guidare veicoli pesanti. Ma sale a bordo di mezzi da 16 metri senza averne le competenze, una mina vagante». E qui la comprensione svanisce. Sono mostri in strada, in mezzo a noi.
Se non fosse già abbastanza spaventoso, c’è lo snodo Anagrafe: «Può accadere che qualcuno con un permesso di soggiorno falso si presenti agli uffici per ottenere una carta d’identità. Se l’impiegato non si accorge della contraffazione, il documento che viene emesso è autentico». E il richiedente esce ripulito.
Non finisce qui, perché la categoria più vasta è anche quella di cui meno si sa: «Sono quelli che vogliono ricominciare da capo, cambiando nome, data di nascita, tutto quello che li colleghi a un passato da lasciare indietro. I motivi raramente sono innocenti». Un’ultima idea, che affiora proprio in quest’ufficio, è che dunque si possa sparire, per sempre, essere vivi e altrove: «Sì, è certamente possibile. Non da soli però - conclude – Servono denaro e l’appoggio di un’organizzazione che possa preparare documenti costosi e molto simili agli autentici. Ma dopotutto i latitanti lo fanno ogni giorno». E sono tra di noi, per strada, in coda al supermercato, al bancone di un bar. Capito lo spavento?