Guardia giurata aggredita al Cau, arrestato 26enne. I sindacati: «Troppi casi, servono più formazione e personale»
L'addetto alla vigilanza aveva invitato il giovane ad allontanarsi dopo averlo trovato addormentato nella struttura dove si era rifugiato
Redazione Online
|5 giorni fa

Un 26enne piacentino, con problemi di tossicodipendenza, è stato arrestato dalle volanti della polizia dopo aver aggredito una guardia giurata all’interno del Centro di assistenza urgenza (Cau) dell'ospedale di Piacenza. L’operatore della sicurezza lo aveva invitato ad allontanarsi dopo averlo trovato addormentato nella struttura, dove si era rifugiato riferendo di essere stato allontanato da casa.
Secondo quanto ricostruito, il giovane avrebbe reagito con violenza, provocando lesioni alla guardia giurata ritenute guaribili in 90 giorni. L’intervento delle volanti è stato immediato e l’uomo è stato fermato in flagranza in applicazione della normativa 137/2024, che prevede l’arresto obbligatorio in caso di aggressioni e lesioni al personale sanitario o agli addetti alla sicurezza complementare.
Il 26enne a seguito delle lesioni gravi riportate dalla guardia giurata, su disposizione del pm è stato portato in carcere, dove è ristretto in attesa della direttissima fissata per lunedì mattina.
«Ancora una violenza inammissibile contro chi lavora per la sicurezza»
«Ancora un atto di violenza inammissibile contro chi lavora per garantire la sicurezza e creare le condizioni necessarie all’assistenza sanitaria». Si apre così il comunicato diffuso oggi, sabato 29 novembre, dalle organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, che riportano l’aggressione subita da una guardia giurata di Coopservice in servizio al Centro Assistenza Urgenza (Cau) dell’ospedale di Piacenza.
Il 26enne è stato condotto nelle camere di sicurezza della questura, dove è ristretto in attesa della direttissima fissata per lunedì mattina. La guardia giurata si trova ancora in fase di refertazione.
«Esprimiamo la più totale e sentita solidarietà al lavoratore coinvolto, augurandogli una pronta ripresa», dichiarano i sindacati.
Secondo le sigle, «questo ennesimo episodio non è purtroppo un caso isolato, ma l’amara conferma di come le condizioni di lavoro in molti servizi pubblici – e in particolare nelle strutture dell’emergenza sanitaria – stiano diventando sempre più difficili e pericolose. L’aggressività si riversa troppo spesso sul personale in divisa, sanitario o addetto alla sicurezza, trasformando il luogo di lavoro in un contesto di sopraffazione».
L’episodio di oggi, ricordano le organizzazioni, si inserisce infatti in una lunga e drammatica serie di precedenti. «La cronaca piacentina ha già documentato un’escalation di violenza: solo nell’agosto 2025, al Cau, un giovane in escandescenza ha danneggiato beni pubblici, colpendo un medico e una guardia giurata, in un atto di brutalità che ha portato alla denuncia per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. E prima ancora – proseguono – numerosi altri casi di aggressione si sono verificati al Pronto Soccorso e in altri presidi sanitari, coinvolgendo medici, infermieri e Guardie Giurate incaricate di mantenere l’ordine».
Le tre proposte presentate da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil
Di fronte a questa situazione, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil avanzano tre richieste precise: più formazione, affiancamenti e riconoscimento del rischio. «Non è più tollerabile demandare la gestione dell’ordine pubblico a lavoratori che operano in prima linea con strumenti e formazione non specifici per affrontare situazioni ad alto rischio», affermano. Formazione specifica. Le guardie giurate e tutto il personale coinvolto devono essere dotati di competenze professionali adeguate: gestione della crisi, de-escalation verbale, tecniche di contenimento non violento. Aumento del personale e affiancamento.
Nelle fasce orarie e nelle situazioni a maggiore criticità «non si può lesinare sul personale»: è necessario garantire la presenza di almeno due Guardie Giurate e il contatto costante con le Forze dell’Ordine in caso di episodi noti o prevedibili di forte tensione. Riconoscimento del rischio professionale. I sindacati chiedono adeguate tutele assicurative e un giusto riconoscimento economico per chi opera in contesti ad alta esposizione. «La sicurezza dei lavoratori non è un costo, ma un investimento sociale imprescindibile».
La conclusione è un appello diretto: «Le Istituzioni e l’Azienda sanitaria devono agire ora, prima che l’escalation sfoci in una tragedia irreparabile».

