Logistica di notte, una città parallela mentre il resto dorme
Un migliaio di lavoratori di turno dalle 22: arrivano in bici o in monopattino, sfidando il freddo e i collegamenti scarsi
Thomas Trenchi
|4 giorni fa

Di notte il polo logistico di Le Mose diventa una città parallela che si muove mentre il resto dorme. Davanti ai capannoni di Ikea molti lavoratori arrivano in bici o in monopattino, sfidando il freddo e i collegamenti scarsi. Locki, nigeriano, parcheggia la bicicletta, chiude il lucchetto e si avvicina al tornello: «Lavoro qui da tre settimane. Vengo in bici ogni sera quando ho il turno notturno. Faccio mattina, pomeriggio e notte. Dalla città impiego una trentina di minuti. Fa freddo, ma preferisco così: col bus ho paura di arrivare in ritardo».
Dopo di lui arriva Kamara, facchino originario del Mali: anche lui in bici, anche lui con la solita uniforme - cuffia, guanti, giubbotto catarifrangente. «Il turno è dalle 22 alle 6. Arrivo da via Colombo. Lavoro qui da cinque anni: prima ero somministrato da una cooperativa, ora sono assunto direttamente dall’azienda. Con la cooperativa facevo solo le notti, ora i turni si alternano, anche di giorno». «Il polo è una città nella città» racconta Giovanni Pedone, carrellista e delegato Cgil. «Quando finiamo alle 5 del mattino, per i miei colleghi senza auto non c’è un bus. Ci si arrangia come si può».
Secondo la Cgil, sono circa mille i lavoratori impiegati nei turni notturni tra Ikea, Unieuro e le altre aziende dell’area. «La logistica è in piena trasformazione e va governata» spiega Massimo Tarenchi, Filt Cgil. L’integrazione col territorio, sostiene, è ancora debole: pochi servizi, mobilità insufficiente, problemi abitativi crescenti. A Piacenza trovare una stanza è diventato proibitivo: molti lavoratori spendono una quota enorme dello stipendio per l’affitto o vivono in sistemazioni condivise.
Il tema delle famiglie è un altro fronte aperto: «Servono servizi per l’infanzia flessibili, vicini ai luoghi di lavoro. I turni non si conciliano con l’offerta attuale». E poi c’è il nodo dei camionisti, che «ogni notte - evidenzia Tarenchi - sostano nei piazzali senza un’area pubblica attrezzata: mancano bagni, docce, punti acqua». Per il sindacato la soluzione passa da un obiettivo politico forte: «Serve una governance pubblica che orienti gli investimenti, alzi gli standard e combatta dumping e illegalità».








