Barino, Iat e Gotico: è bufera sull’appalto
Consiglio, sì alla manovra con dissensi nel centrosinistra. Perrucci non vota: «Ai privati per 25 anni un simbolo storico»

Gustavo Roccella
|3 settimane fa

Di misura, ieri in consiglio comunale, è passata la variazione al bilancio 2025-27. La maggioranza ha dovuto fare i conti con qualche assenza (giustificata) nelle sue file ma anche con alcuni dissensi sul contenuto della manovrina che ha sollevato le principali attenzioni e polemiche, vale a dire la scelta di accorpare in un unico bando di gara pluriennale - 25 anni - tre gestioni: quella del Barino, il pubblico esercizio sotto il municipio in spazi di proprietà di Palazzo Mercanti, e quelle del salone monumentale di Palazzo Gotico e dello Iat-r, il servizio di informazioni e accoglienza turistica che proprio all’ingresso del Gotico ha sede.
Se il bando è ancora tutto da costruire a partire dai parametrici economici - l’unico dato inserito nella variazione di bilancio sono i 6,7 milioni (più Iva) di contributo che il Comune assegna alla gestione dello Iat nei 25 anni - è bastato apprenderne la gestazione per sollevare, oltre a quelle, più prevedibili, dell’opposizione, che ha votato contro, una serie di riserve tra la maggioranza. La prima di metodo, ossia la mancanza di preventiva informazione e condivisione.
Quanto al merito, le criticità è stato Stefano Perrucci (Pd) a metterle in fila dicendosi «fortemente perplesso che «un simbolo di Piacenza, un luogo identitario, un segno tangibile della nostra storia» come Palazzo Gotico sia «affidato in gestione a un soggetto privato per una durata così estesa di 25 anni». «Gli spazi pubblici più rappresentativi devono restare luoghi a difesa dell’identità culturale della città», ha motivato la sua scelta di non partecipare al voto. E se Filiberto Putzu (Liberali) gli ha attribuito il «probabile obiettivo di ottenere qualche prebenda », Perrucci ha ribattuto di «rimanere convintamente in questa maggioranza» non rinunciando però a «evidenziare delle anomalie, non in spirito di contrapposizione ma come elementi costruttivi per la stessa maggioranza».

