Fine vita, incontro a Borgotrebbia: «Non è suicidio assistito, ma omicidio consenziente»
Uno dei presenti: «Mia moglie soffre e chiede di morire». Don Pietro Cesena risponde invitandolo alla preghiera: «La incontro io, la sofferenza non è senza significato»
Thomas Trenchi
|1 mese fa

L'incontro sul fine vita, con la giornalista Raffaella Frullone e il parroco di Borgotrebbia don Pietro Cesena
«Non chiamatelo fine vita – Dietro la retorica del suicidio assistito». È il titolo dell’incontro che si è svolto nell’oratorio di Borgotrebbia, promosso da ambienti cattolici contrari al disegno di legge in discussione in Senato. Il testo prevede un Comitato nazionale di valutazione e un’esimente per chi agevola la morte del paziente, ma esclude il Servizio sanitario nazionale da qualsiasi coinvolgimento. La Corte costituzionale, con la sentenza su dj Fabo, ha già stabilito che in determinate condizioni l’aiuto al suicidio non è punibile.
Tra i relatori la giornalista Raffaella Frullone e don Pietro Cesena, parroco del quartiere. «È un testo di legge che aiuta qualcuno a morire. Non è suicidio assistito, ma omicidio consenziente», ha detto Frullone. Don Cesena ha raccontato la storia di un malato terminale convinto a non ricorrere al suicidio assistito: «Da tre anni viene a messa e il tumore è regredito».
Durante il dibattito, un uomo ha preso la parola per raccontare la sofferenza della moglie malata: «Mia moglie sta male da anni, piange. Ha problemi al sistema nervoso e un forte decadimento cognitivo, non è più lei. Chiede di morire, e io non so più come aiutarla. Lo farei, la aiuterei, ma non posso permettermi di andare in carcere. Spero che Dio la ascolti». Il sacerdote ha risposto invitandolo alla preghiera: «La incontro io, la sofferenza non è senza significato».
Nel pubblico, qualcuno ha annunciato la sua adesione al prossimo appuntamento delle «Sentinelle in piedi», che sabato pomeriggio alle 16, in piazza Cavalli, torneranno con un libro in mano a difendere la loro idea, come già fatto in passato ad esempio contro la legge Zan.


