Il calcio e la vita: il Cagni scrittore alle “Rotative”

Appuntamento oggi alle 18 con l’ex-allenatore del Piace: ricordi, esperienze e ingresso libero

Redazione Online
|2 settimane fa
Il calcio e la vita: il Cagni scrittore alle “Rotative”
1 MIN DI LETTURA
L’appuntamento è per oggi alle ore 18 e sarà a ingresso libero. La sede: lo “Spazio Rotative”, il teatro all’interno di Editoriale Libertà in via Benedettine. L’ospite d’eccezione: Gigi Cagni, l’allenatore che ha legato la parte più importante della sua carriera ai colori del Piace, che ha portato dalla Serie C alla Serie A.
Quel Piacenza anni Novanta che ha stupito il mondo, occupa uno spazio importante anche all’interno della fatica letteraria dell’ex-giocatore (recordman di presenze in Serie B) e tecnico bresciano, con un titolo che si adatta perfettamente alle caratteristiche dell’uomo: “Rànget-Cinquant’anni a imparare dal calcio”.
Niente è più avvincente della storia di una vita vera, che Gigi "nostro" ha condensato in 180 pagine che sono il compendio di una carriera lunga e frastagliata, ma anche dell’alternarsi di situazioni e umori, sempre alla ricerca della necessità di sentirsi vivo. E quando non gli è stato possibile farlo nel calcio, Cagni lo ha fatto cercando strade alternative: la passione per il golf, quella per il volo. Ma sempre a seguire, quando si è trovato fuori dalla mischia, l’evoluzione di un calcio che sente sempre meno suo, perché sono venuti meno certi valori e perché la tattica ha preso il sopravvento su ogni altro aspetto.
Cagni ribadisce di odiare i giocatori «che si muovono sui binari», rivendica i valori dell’intuito e della fantasia, descrive minuziosamente i passaggi attraverso tante società del nostro calcio, racconta di trionfi e delusioni, soprattutto a livello umano, si tiene stretta la filosofia con la quale si è mosso in un mondo complicato. Così, dalle pagine esce un grido: «Ricordatevi che il calcio è semplice!».
Il racconto parte dall’operaio che diventa calciatore, si stacca (solo fisicamente) dal quartiere della gioventù, comincia la sua avventura nel senso di un costante senso di responsabilità, si affida alle strette di mano, senza mai farsi affiancare da un procuratore. Una visione spesso scomoda, ma che lo ha portato anche a vivere entusiasmi unici. Sempre a modo suo, insomma.