Piacenza capitale del gioco d’azzardo: 3mila euro a testa ma solo 165 pazienti seguiti dall’Ausl

Il dossier di Libera, nel presentare i dati che vedono Piacenza prima in regione, smaschera l’altra faccia del gioco: dipendenze, mafie e silenzi. La presidente di Libera Piacenza, Antonella Liotti: «Dobbiamo ripartire con azioni di contrasto»

Patrizia Soffientini
Patrizia Soffientini
|3 settimane fa
Piacenza capitale del gioco d’azzardo: 3mila euro a testa ma solo 165 pazienti seguiti dall’Ausl
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A Piacenza si gioca molto: 302,7 milioni di euro all’anno, pari a 2.918 euro pro capite (bambini inclusi), il dato più alto dell’Emilia-Romagna. Seguono Modena (2.758), Bologna (2.658) e Reggio Emilia (2.560). Eppure l’Ausl segue solo 165 pazienti per disturbo da gioco d’azzardo, quasi tutti uomini, mentre il fenomeno coinvolge intere famiglie e produce drammi sommersi. In regione, nel 2024, la spesa complessiva ha superato i 10 miliardi e 198 milioni di euro, con vincite per oltre 8 miliardi. Il dossier di Libera lega il gioco all’attività mafiosa: 147 clan censiti in Italia, sette operanti in Emilia-Romagna.
Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, parla di «un Paese in bilico tra voglia di riscatto e un meccanismo che continua a speculare sulla vita delle persone». Antonella Liotti di Libera Piacenza ricorda che già nel 2010 si registrò «un aumento del 400% del gioco d’azzardo», affrontato con progetti educativi nelle scuole. Oggi, dice, «il problema si è spostato on line, cresciuto dopo il Covid»; servirebbe intervenire già nelle medie.
Con il progetto Slot Free, Libera promosse esercizi senza slot e raccolse firme triplici rispetto alle richieste, anche con l’adesione del vescovo Monari. «L’azzardo – conclude Liotti – è segno di impoverimento: non possiamo far finta di niente, dobbiamo ripartire con azioni mirate». In Italia 18 milioni di persone hanno giocato d’azzardo nell’ultimo anno e 1,5 milioni sono patologici; ogni giocatore coinvolge almeno altre sette persone.