Rivalta, restaurata la tomba dell'eroe dei Dardanelli

L’Asp Città di Piacenza, guidata da Cristiana Bocchi, è stata di parola: perché la cappella della famiglia Millo, ora, è pulita e tornata ai suoi colori originali

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
|4 settimane fa
La tomba di Millo
La tomba di Millo
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Giusto in tempo per l’onore ai Morti, giusto in tempo per il Quattro Novembre. Ora la tomba di Enrico Millo, a Rivalta, è degna dell’eroe dei Dardanelli. Gli ultimi appelli su Libertà erano di marzo, e ad alzare la voce più di tutti era stato il geometra Antonio Bianchi: impossibile accettare che l’ammiraglio venisse dimenticato, proprio lui morto lasciando tutta la sua dimora padronale settecentesca all’ospizio “Vittorio Emanuele”, purché, in cambio, la casa di riposo avesse cura dei sei anziani più poveri del borgo garantendogli assistenza gratuita.
Per Millo, nato a Chiavari nel 1865 e morto a Roma nel 1930 ma sepolto a Rivalta per scelta, quella donazione fu un atto d’amore alla terra della sua mamma, la contessa Luisa Anguissola d’Altoè. Dopo l’articolo si erano fatti avanti in tanti, unendosi alla battaglia contro l’oblio, tra cui l’ex senatore Pietro Pisani e Stefano Tramelli di Rivalta, già vicesindaco. La grande casa di riposo di via Campagna aveva subito chiarito di non voler dimenticare il benefattore e la sua tomba, oggi a dieci passi da quella dello stilista Giorgio Armani. L’Asp Città di Piacenza, guidata dalla direttrice Cristiana Bocchi, è stata di parola: perché la cappella della famiglia Millo, ora, è pulita, senza calcinacci caduti e tornata ai suoi colori originali. Non è stata fatta quindi una semplice “imbiancata” ma un vero restauro, più volte rimandato «solo per maltempo», era stato spiegato. «Durante gli studi e i rilievi avevamo notato che sotto l’attuale tinteggiatura marrone si intravedevano fasce alterne di bianco e grigio, un riferimento ligure. Le abbiamo ripristinate, era doveroso», ha detto Bocchi. Ora: manca solo da ritrovare dove sia finito il cappello del comandante della guerra italo-turca.
 Durante la guerra italo-turca per il possesso della Libia (1911-12) - come riporta la storia su Wikipedia - essendosi le truppe di terra italiane trovate in una certa difficoltà per la resistenza di alcuni reparti irregolari, riforniti e sostenuti dall'Impero ottomL tano, oltre che delle truppe turche, il governo italiano decise un'azione diretta contro il territorio metropolitano turco. L'intervento condusse al bombardamento di alcuni forti con il forzamento dello stretto dei Dardanelli e all'occupazione dell'arcipelago del Dodecaneso, che rimase colonia italiana fino alla fine della seconda guerra mondiale. Nel quadro di queste operazioni Millo, nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1912 forzò i Dardanelli impiegando cinque torpediniere, penetrando senza danni per 22 km prima di invertire la rotta, ma non riuscì a lanciare i siluri sulle grandi navi da guerra ottomane per il forte bombardamento nemico. Quest'azione, anche se non decisiva dal punto di vista militare, entusiasmò l'opinione pubblica italiana. 
Enrico Millo
Enrico Millo