Maccagni, documentarista, viaggiatore e creativo: «Eccovi la magia di Gibuti»
Il 39enne piacentino e quel racconto per immagini che finirà su una tv nazionale
Pier Paolo Tassi
|1 settimana fa

Federico Maccagni, classe 1986, documentarista: prossima destinazione il deserto del Serengeti
Viaggiatore e creativo nell’animo prima ancora che nella vita professionale, Federico Maccagni aveva le idee chiare già da adolescente, quando al saggio per la maturità scelse la traccia sul viaggio. Raccontò di un giovane dal nome Ernesto che da grande voleva fare il medico, ma che dopo essere partito nel ‘52 in motocicletta alla scoperta dei paesi sudamericani, non sarebbe mai più tornato indietro. Coi capelli lunghi e la barba incolta, il mondo avrebbe di lì in avanti lo avrebbe conosciuto come il “Che” Guevara.
Quel mito, Maccagni, piacentino classe ‘86, lo porta impresso sul braccio con l’inchiostro, per ricordare che basta un viaggio per cambiare tutto. Anche per lui che, partito con un paio di amici in Gibuti, è tornato documentarista. Il suo reportage di viaggio, infatti, verrà proiettato a gennaio sulla tv nazionale. Anche se non possiamo però dirvi quale, perché ha firmato un accordo di riservatezza.
«L’idea del documentario – spiega - è nata da Nicola Vitali, altro piacentino, amico di vecchia data. Tramite la sua azienda, la Wild Sea Expedition che da tanti anni organizza viaggi turistici in paesi particolari, Yemen, Sudan, Gabon, Venezuela e anche Gibuti, a inizio 2024 avevamo organizzato un viaggio insieme a Socotra. Gli ho proposto di documentare il viaggio, ed è stato come un test generale. Visto che il materiale prodotto era piaciuto, poi è nata la possibilità di andare a documentare un viaggio a Gibuti con l’agenzia Si Vola, che tra i fondatori annovera un altro piacentino, il famoso travel blogger Claudio Pelizzeni, partito assieme a noi».
Che paese esce dal suo documentario? – chiediamo. « Di sicuro non un posto turistico ed è questo che lo rende speciale – spiega Maccagni -. Tra paesaggi desertici stranissimi come i pinnacoli calcarei di Lac Abbè o la distesa salata di Lac Assal, abbiamo incontrato una popolazione incontaminata: i nomadi Afar, ad esempio, che vivono principalmente trasportando il sale da Gibuti all’Etiopia e lo trasportano con carovane di dromedari. In barca poi, navigando per giorni, abbiamo potuto godere appieno della natura e degli animali che popolano il mare, tra cui il grande squalo balena».
Come quel documentario abbia poi raggiunto la via del piccolo schermo, è presto detto: « Ad inizio 2025 – racconta Maccagni - mi sono iscritto ad una community online che si chiama Travel Film School, il cui titolare lavora come documentarista per la Rai. All’interno della sua community apre ogni tanto delle open call tramite le quali gli utenti possono proporre il loro materiale. Il mio documentario è stato selezionato in entrambe le open call da gennaio ad oggi, portandomi a girare interviste di presentazione del mio lavoro in altrettante trasmissioni Tv».
Cosa ha provato Federico quando ha saputo che il suo progetto era stato selezionato? « Ero super felice. Sono riconoscimenti alla qualità del mio lavoro, utili sia come sprone per andare avanti, sia per auto-promozione, aspetto fondamentale nel rendere possibili nuovi progetti». Uno, in particolare è già in cantiere: «Grazie all’esperienza a Gibuti, ho potuto poi aprire una collaborazione con Wilderness, grande realtà sudafricana che opera in ambito safari, gestendo lodge (strutture ricettive) in mezza Africa. Con loro realizzerò un documentario nel Serengeti. Documenterò le loro attività di turismo sostenibile, preservazione del territorio e della fauna locale, così come il lo-ro sostegno alle comunità. Contemporaneamente girerò un nuovo documentario da proporre alle tv italiane». Senza nascondere il lato emotivo: «In questo nuovo lavoro, cercherò di far trasparire le emozioni mie e della mia ragazza Sara Salvato, veterinaria, durante la nostra prima esperienza di safari in Africa».






