"Sei personaggi in cerca d'autore" di Pirandello torna al Teatro Municipale con la regia di Valerio Binasco
Mercoledì e giovedì per la Stagione di prosa a cura di Teatro Gioco Vita
Leonardo Chiavarini
13 aprile 2025|14 giorni fa

© Libertà/Virginia Mingolla
Al Teatro Municipale, la Prosa di Teatro Gioco Vita chiude in grande stile. Mercoledì e giovedì (ore 21), torna in scena Pirandello con quello che è probabilmente il suo più celebre lavoro teatrale: “Sei personaggi in cerca d’autore”. Il dramma, noto per essere un esempio di teatro nel teatro, debuttò a Roma nel 1921 e divise il pubblico. “La Stampa” del 10 maggio 1921 titolò infatti: «Successo tra vivacissimi contrasti», per riassumere una situazione che rischiò di sfociare nello scontro fisico tra i sostenitori e i detrattori del drammaturgo siciliano. Oggi, i Sei personaggi sono considerati un grande classico, si conoscono, si studiano a scuola. Eppure, nella loro irruzione sulla scena, nella loro preghiera di essere rappresentati dalla fittizia compagnia, permane un mistero potente che tocca il meccanismo stesso del teatro e, quindi, la vita.

A riportarli in scena a Piacenza, sono il Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, e Valerio Binasco, regista e attore, tra i grandi maestri del panorama italiano, nonché direttore artistico del teatro torinese. Dopo “Il piacere dell’onestà”, Binasco torna ad affrontare uno dei capolavori di Pirandello, quello che forse più di tutti ha saputo porre l’accento sulle contraddizioni: tra parole e regia, tra uomo e maschera, tra arte e vita. Binasco, regista, ma anche interprete nello spettacolo, ha scelto di sottolineare il ruolo giocato dal plot principale nel dramma: la trama interrotta dai Sei personaggi, proprio quella che vede una compagnia di attori alle prese con uno spettacolo. «Per me il plot principale, ovvero quello della crisi di una compagnia, è importante - spiega -. Questa crisi si incarna quasi totalmente nel Regista-Direttore».
E Binasco racconta come ha scelto di rappresentarla nel suo spettacolo. «Il Regista-Direttore, in prospettiva contemporanea, vive la crisi di insensatezza del fare teatro oggi - nota -. Non sa più cosa deve fare. Sa solo che per salvarsi la vita deve comunque fare qualcosa. Ma cosa? E per chi? E come? E per ottenere cosa: amore? Rispetto? Quali sono i bisogni interiori di questo regista? E perché il teatro non è più capace di soddisfarli? Perché è finito a mettere in scena “Il giuoco delle parti di Pirandello”? Cosa vuole da questo vecchio testo? Perché è andato ancora una volta a mettere in scena Pirandello, non poteva fare qualcosa di più contemporaneo? Sta cercando il “senso” del suo mestiere - spiega Binasco - ed è ovvio che lo vada cercando nelle opere più intrise di tradizione». Ovviamente, come da copione, il regista-direttore non riuscirà a mettere in scena il suo spettacolo perché interrotto dai Sei personaggi: il padre, la madre, la figliastra, il figlio, il giovinetto, la bambina. Essi, abbandonati dal loro autore, vagano in cerca di qualcuno che metta in scena la loro dolente storia. Dal 1921, i Sei pongono al teatro le stesse domande, eppure, queste, di volta in volta, risuonano come nuove. E intanto Pirandello resta lì, sulla scena. Perché, in fondo, classico e contemporaneo, non sono altro che sinonimi.
E Binasco racconta come ha scelto di rappresentarla nel suo spettacolo. «Il Regista-Direttore, in prospettiva contemporanea, vive la crisi di insensatezza del fare teatro oggi - nota -. Non sa più cosa deve fare. Sa solo che per salvarsi la vita deve comunque fare qualcosa. Ma cosa? E per chi? E come? E per ottenere cosa: amore? Rispetto? Quali sono i bisogni interiori di questo regista? E perché il teatro non è più capace di soddisfarli? Perché è finito a mettere in scena “Il giuoco delle parti di Pirandello”? Cosa vuole da questo vecchio testo? Perché è andato ancora una volta a mettere in scena Pirandello, non poteva fare qualcosa di più contemporaneo? Sta cercando il “senso” del suo mestiere - spiega Binasco - ed è ovvio che lo vada cercando nelle opere più intrise di tradizione». Ovviamente, come da copione, il regista-direttore non riuscirà a mettere in scena il suo spettacolo perché interrotto dai Sei personaggi: il padre, la madre, la figliastra, il figlio, il giovinetto, la bambina. Essi, abbandonati dal loro autore, vagano in cerca di qualcuno che metta in scena la loro dolente storia. Dal 1921, i Sei pongono al teatro le stesse domande, eppure, queste, di volta in volta, risuonano come nuove. E intanto Pirandello resta lì, sulla scena. Perché, in fondo, classico e contemporaneo, non sono altro che sinonimi.
