Violenza di genere, drappo rosso in consiglio comunale a Piacenza

La scelta è stata motivata dalla presidente Paola Gazzolo, che ha aperto la seduta spiegandone il significato

Thomas Trenchi
|1 settimana fa
Violenza di genere, drappo rosso in consiglio comunale a Piacenza
1 MIN DI LETTURA
Un drappo rosso, steso al centro dell’aula di Palazzo Mercanti, ha accompagnato il consiglio comunale di oggi, 24 novembre. Sullo sfondo del dibattito infuocato su piazza Cittadella, il telo è stato posizionato tra i banchi degli esponenti politici. La scelta è stata motivata dalla presidente Paola Gazzolo, che ha aperto la seduta spiegandone il significato.
«In accordo con il Tavolo per le politiche di genere, promosso dalle assessore Nicoletta Corvi e Serena Groppelli, e con la Commissione delle elette presieduta dalla consigliera Gloria Zanardi – ha detto – abbiamo voluto compiere un gesto simbolico ma carico di significato: la posa di un drappo rosso su uno dei seggi dell’aula in vista della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne».
Il drappo è infatti il frutto del lavoro collettivo delle donne che partecipano a “Intrecci”, l’iniziativa che sabato 29 novembre porterà in piazza Cavalli un’opera corale fatta di quadrotti di maglia cuciti insieme. Da lì nasceranno coperte da donare alle strutture che ogni giorno si prendono cura delle donne più fragili. «Un gesto – ha ricordato Gazzolo – che parla di connessione, di calore, di cura. Un modo per restituire umanità a un tema che troppo spesso viene raccontato solo attraverso dolore e cronaca nera».
La presidente ha poi richiamato la responsabilità di tutti: «Celebrare questa giornata significa riconoscere un impegno collettivo. Spetta alle istituzioni, alla politica, alle comunità fare in modo che ogni donna si senta libera, ascoltata, protetta. Che possa denunciare senza paura, trovare strumenti per ricominciare e incontrare sostegno, non indifferenza».
«Il drappo ci ricorda – ha concluso Gazzolo – che nessun luogo, nemmeno quello della rappresentanza, può considerarsi estraneo a questa battaglia. Il nostro augurio, e il nostro impegno, è che un giorno questa giornata non debba più esistere. Fino ad allora dobbiamo continuare a parlarne, ad agire, a costruire alleanze, a educare al rispetto e alla parità».