L’ossessione di penetrare il mistero che lega vita e morte. Il cranio, le mani, i frammenti anatomici, indagati come tracce del destino umano e del suo anelito a non essere nulla di fronte al tempo.
Questo è il fulcro della serie di dodici lavori - numero simbolo dell’equilibrio tra l’uomo e il tutto - realizzati da Marilena Sassi, allestiti nella Sala dei Drappi del Castello di San Pietro in Cerro. Un percorso visivo e interiore che prende avvio nel 1995 su tavole di legno e si evolve nel 2019 su carta pressata a mano, mantenendo l’anima pittorica ma aprendo lo sguardo alla spiritualità.
L’artista rielabora l’indagine anatomica di Leonardo da Vinci per costruire, attraverso il disegno, un’opera "al negativo": linee, croci, ossa, foglie, mani che si fanno memoria, dissoluzione e rinascita. Il disegno diventa gesto e pensiero, mezzo per afferrare la profondità dello sguardo, per lasciare che lo spazio si trasformi in tempo, emozione, esperienza. L’eco di Leonardo attraversa le opere come un fantasma: evocato, frammentato, trasformato.
“Il disegno è stato per me la possibilità di concepire un lavoro artistico al negativo, che significa fare qualcosa disfacendola", scrive l’artista. E ancora, come Francis Bacon: “Costruire la trappola che catturi la realtà nel suo punto più vitale”, per oltrepassare la morte grazie all’arte.
Una mostra che è corpo, studio, spirito. Un dialogo profondo con l’anatomia, la memoria, la natura.