Chiesa dell'ospedale di Castel San Giovanni, l'abbattimento è una ferita aperta

Sono passati 10 anni ma don Sergio Sebastiani vuole mantenere viva la memoria della vecchia chiesa

Mariangela Milani
|4 settimane fa
Don Sergio Sebastiani- © Libertà
Don Sergio Sebastiani- © Libertà
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A dieci anni di distanza l'abbattimento della chiesa dell'ospedale di Castel San Giovanni brucia ancora come una ferita aperta.
Don Sergio Sebastiani, cappellano dell'ospedale, ha deciso di ricordare a tutti quel momento piazzando un cartellone, nel posto dove sorgeva la vecchia chiesa, su cui ha affisso le foto di com’era. Un modo per far rivivere la memoria di quel luogo sacro il cui abbattimento, per fare spazio all'allargamento di un'ala dell'ospedale, non è mai andato giù al sacerdote e nemmeno ai fedeli. La messa da dieci anni a questa parte la si dice in una stanza in cui sono stati sistemati un tavolo che funge da altare, un armonium su cui don Sergio, organista, si allena su di uno spartito di Bach, alcune panche. Sulla parete dietro l’altare il Cristo di Ortisei è ancora lì, con le braccia aperte, insieme alla statua della Madonna, entrambi messi in salvo prima che demolissero la chiesa.
Alle pareti ci sono anche i quadri con i volti dei due santi, San Riccardo Pampuri e San Giuseppe Moscati, a cui la chiesa era dedicata.