Consumo di suolo, Piacenza ha il valore più alto in regione
Il dato del consumo pro-capite del Piacentino è di 700 mq. Nel 2024 a pesare è soprattutto l’impatto della logistica
Elisabetta Paraboschi
|1 mese fa

Piacenza è la provincia che ha il maggior dato di suolo consumato pro-capite nel 2024: parliamo di 700,45 metri quadrati. È questo il dato più sconfortante relativo al nostro territorio messo nero su bianco dall’Ispra nel suo rapporto «Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici» del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa). Con 1013 ettari consumati, nel 2024 l’Emilia-Romagna è la regione italiana con il maggior consumo di suolo annuale, oltre a essere quella con i valori più alti per gli interventi di recupero che riguardano ben 143 ettari. Ma Piacenza vanta un ben poco invidiabile primato: il dato del consumo pro-capite del Piacentino è infatti il più elevato di tutta l’Emilia-Romagna, a fronte dei 453,18 metri quadrati per abitante della media regionale, e rappresenta quasi il doppio dei 365,85 metri quadrati consumati pro-capite a livello nazionale.
Nella nostra provincia a pesare è soprattutto l’impatto della logistica: nel 2024 il consumo di suolo è arrivato al 7,74% del totale rispetto al 7,68% del 2023 e al 7,66% del 2022. In un anno sono spariti altri 100 ettari di terreno naturale, quasi il 10% di quello regionale, con l’area coperta da nuove superfici artificiali che sfiora i 20.000 ettari (19.990). Andando a vedere le situazioni dei singoli comuni, si nota come nel capoluogo il suolo consumato sia di oltre 3mila ettari, ma anche a Castelsangiovanni e Fiorenzuola si parla di circa 800 ettari consumati.
Tornando invece alla situazione regionale, la percentuale di suolo consumato lo scorso anno è stato di quasi il 9%, superiore al dato nazionale che si attesta al 7%: le province emiliano-romagnole con la percentuale più alta di consumo sono Rimini (12,6%), poi Reggio e Modena (entrambe poco più dell’11%) e Ravenna (10,5%). Un fenomeno che risulta particolarmente in aumento nella regione è quello del consumo di suolo legato alla logistica: in tutta Italia dal 2006 a oggi le le coperture artificiali riconducibili alla logistica raggiungono un totale di poco superiore ai 6.000 ettari e in Emilia-Romagna c’è l’aumento maggiore, +107 ettari, seguita da Piemonte (+74 ettari) e Lombardia (+69 ettari).
«Nel 2024 sono stati rinaturalizzati 143 ettari, il valore più alto tra le regioni italiane, mentre l’86% delle nuove trasformazioni è di tipo reversibile, legato a cantieri, opere lineari e impianti fotovoltaici temporanei. Sono dati che ci devono spingere a fare sempre meglio - avverte l’assessora all’Ambiente, Pianificazione territoriale, Mobilità e Infrastrutture della Regione Emilia Romagna Irene Priolo - la sfida non è solo ridurre il nuovo consumo, ma aumentare il ripristino e la rigenerazione delle aree già urbanizzate. È la direzione che l’Emilia-Romagna ha scelto da tempo e nella quale intendiamo proseguire con ancora più forza. A oggi sono 190 gli interventi di rigenerazione urbana finanziati in 173 Comuni, per un totale di 123,5 milioni di euro di contributi regionali che hanno attivato 243,5 milioni di investimenti complessivi».
Allargando lo sguardo al Paese, in 15 regioni risulta ormai consumato più del 5% di territorio, soprattutto in Lombardia, Veneto e Campania: la crescita più alta dell’ultimo anno è avvenuta in Sardegna (+0,83%), Abruzzo (+0,59%), Lazio (+0,56%) e Puglia (+0,52%). Anche la Valle d’Aosta, che resta la regione con il consumo inferiore, aggiunge comunque più di 10 ettari di nuovo consumo. La Liguria (28 ettari) e il Molise (49) sono le uniche regioni, insieme alla Valle d’Aosta, con un consumo al di sotto dei 50 ettari.

