Nell'Apu senza permesso, oltre trenta multe. Per il tribunale il Comune è «in mala fede»

Lo scrive il giudice Antonino Fazio nella sentenza che conferma l'annullamento di 35 verbali su 36

Thomas Trenchi
|1 mese fa
Nell'Apu senza permesso, oltre trenta multe. Per il tribunale il Comune è «in mala fede»
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Una cittadina entra più volte in auto, senza permesso, nell'Apu, l'area pedonale istituita in alcune zone del centro storico di Piacenza. Scattano oltre trenta multe, a raffica. Ma per il tribunale la condotta del Comune è «in mala fede», un «modus operandi per fare cassa». Lo scrive il giudice Antonino Fazio nella sentenza che conferma l'annullamento di 35 verbali su 36. I verbali, si legge, sono stati notificati tutti insieme, settimane dopo l'ultima infrazione: un comportamento «in contrasto con i principi di buona fede e correttezza amministrativa». Il Comune, dunque, è stato condannato al pagamento delle spese legali della cittadina e di 1.500 euro alla Cassa delle ammende per «mala fede o colpa grave».
La vicenda è approdata in consiglio comunale oggi (27 ottobre) durante la discussione del debito fuori bilancio da 7.400 euro derivante dalla sentenza. Dura la reazione dell'opposizione. Il consigliere Luigi Rabuffi (Alternativa per Piacenza) parla di «un episodio grave che mostra un'amministrazione che invece di essere al fianco del cittadino si mette contro di lui».
Secondo Rabuffi, il Comune avrebbe dovuto «prevenire» e non «accumulare decine di verbali prima di avvisare l'automobilista». Anche la capogruppo Patrizia Barbieri (civica Barbieri-Liberi) ì sottolinea «la gravità di una condanna alla Cassa delle ammende, mai vista prima». Barbieri ricorda che «la sentenza parla chiaramente di una condotta non in buona fede», aggiungendo che «il Comune, pur dopo la decisione del giudice di pace, ha voluto appellarsi, aggravando la posizione del privato». Critiche anche le posizioni di Massimo Trespidi (civica Barbieri-Liberi), che denuncia «il continuo accumulo di debiti fuori bilancio», e di Sara Soresi (Fratelli d'Italia), che definisce «molto grave» la condanna alla Cassa delle ammende.
La giunta e la maggioranza difendono, invece, l'operato dell'ente: l'assessore al Bilancio Gianluca Ceccarelli spiega che «l'avvocatura valuterà il ricorso in Cassazione», mentre il capogruppo di Piacenza Coraggiosa, Boris Infantino, afferma che «l'ente ha agito in buona fede» e giudica «inopportuni alcuni commenti contenuti nella sentenza». A prendere la parola, nell'aula di Palazzo Mercanti, è anche la sindaca Katia Tarasconi: «Se non avessimo presentato il ricorso, ci avrebbero accusato di danno erariale. È impensabile non difendere l'ente pubblico quando un cittadino commette un errore. I cartelli dell'Apu non mancano, può capitare che qualcuno non li noti e accumuli le infrazioni senza volerlo».