Quei cantieri rimasti a metà o al palo. «Scegliere imprese del territorio»

Il piacentino Maurizio Croci, presidente regionale dell'associazione costruttori edili (Ance): «Certi danni ricadono anzitutto sulla collettività e la filiera»

Patrizia Soffientini
Patrizia Soffientini
|2 ore fa
Il cantiere di Porta Borghetto. opera da tre milioni di euro di cui 2,5 coperti dal Pnrr
Il cantiere di Porta Borghetto. opera da tre milioni di euro di cui 2,5 coperti dal Pnrr
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Cantieri che non partono. Cantieri fermi a metà. Forse per anni. Cantieri che potrebbero non farcela a tagliare il traguardo del Pnrr. Cantieri che spezzano la schiena a schiere di piccoli fornitori locali quando l’impresa “molla” senza finire i lavori.
Sono problemi concreti e nemmeno rari nel Piacentino come in altre città. Spesso si tratta di imprese scelte al massimo ribasso, spesso arrivano da lontano.
«Non consegnare un’opera pubblica è un danno per tutta la comunità, per i fornitori, per i subappaltatori». E’ questa la sintesi cartesiana che ne trae il piacentino Maurizio Croci, presidente regionale in Emilia-Romagna di Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori edili.
«Bisogna cercare sistemi di aggiudicazione degli appalti un po’ diversi - è la considerazione di Croci per arginare i cantieri dimezzati - e porre attenzione ad aziende di prossimità, che sono in Lombardia, in provincia di Parma o di Reggio Emilia, non solo di Piacenza. E’ una linea da seguire, il Comune lo sta facendo per alcuni appalti fino a 5 milioni di euro».
Dunque, una chiave auspicabile quando si fanno si fanno bandi di gara è quella di dare priorità ad aziende più vicine nel territorio, di cui è più facile verificare anche la solidità. «Questa linea è nel Nuovo codice degli appalti, porre attenzione alle piccole e medie aziende». Siamo nella cornice di una norma nazionale.