Piacenza resta nel cuore di Victor Pricolo, chirurgo e scrittore internazionale
Ha studiato al liceo classico Gioia prima di laurearsi in Medicina a Milano ed ora è docente alla Brown University negli Stati Uniti. Nel suo libro "The Hidden Warriors" racconta storie di umanità vissuta tra pazienti e sanitari ma anche episodi familiari legati alla guerra
Redazione Online
|1 ora fa

Ha compiuto gli studi al liceo classico Gioia di Piacenza prima di laurearsi in Medicina a Milano nel 1981 e di iniziare una brillante carriera che l'ha portato negli Stati Uniti. Victor Pricolo, nato a Codogno nel 1957 e cresciuto tra Milano, Ancona e di nuovo Codogno, influenzato dal padre chirurgo oncologo, ha scelto la chirurgia, lavorando all’Ospedale San Raffaele e frequentando la Brown University negli Usa dal 1983, dove oggi è professore ordinario e primario. Autore di oltre 150 pubblicazioni scientifiche e di tre libri, tra cui il volume The Hidden Warriors (traducibile con: "I Guerrieri Nascosti"), che racconta esperienze di emergenze chirurgiche e di profonda connessione medico-paziente.
Il suo libro trae spunto dall’umanità vissuta tra pazienti e sanitari, ma anche da fatti familiari legati alla Seconda Guerra Mondiale, come la prigionia dello zio Alfonso nei campi nazisti, e dalla storia italiana recente, inclusi episodi collegati a Mussolini e alla resistenza. Pricolo sottolinea l’importanza della fiducia tra medico e paziente e l’impegno nella cura come “guerra” contro la malattia. Oltre alla narrativa scientifica, ha scritto due thriller con lo pseudonimo Jack Spears, dimostrando una carriera internazionale, radicata però nelle origini e senza dimenticare i suoi legami con Piacenza.
«Il Liceo Classico Gioia di Piacenza - rammenta Pricolo - era il più vicino a casa; un quarto d’ora di treno. Tre anni di un’esperienza formativa che completò la mia preparazione umanistica prima dell’Università. Più di ogni altro docente, ricordo la professoressa Rita Calderini, che ebbe un impatto cruciale nel mio “allenamento mentale” per la carriera che stavo per intraprendere. Le sono sinceramente grato».

