Sit-in contro il suicidio assistito in piazza Cavalli: «Difendiamo la vita»

Una ventina di persone hanno partecipato alla dimostrazione silenziosa promossa dalle "Sentinelle in piedi". «Non serve una legge per morire ma una rete per curare»

Riccardo Foti
|1 mese fa
La manifestazione delle Sentinelle in piedi in piazza Cavalli contro la proposta di legge sul fine vita - © Libertà/Riccardo Foti
La manifestazione delle Sentinelle in piedi in piazza Cavalli contro la proposta di legge sul fine vita - © Libertà/Riccardo Foti
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Circa venti persone hanno partecipato ieri pomeriggio al sit-in silenzioso organizzato dalle "Sentinelle in piedi" in piazza Cavalli per protestare contro la legge sul suicidio assistito in discussione in Parlamento.
«Siamo scesi in piazza per difendere la vita umana, la cosa più inviolabile e sacra che esista», ha dichiarato una referente del movimento. I manifestanti contestano la proposta di legge che si propone di depenalizzare l'aiuto al suicidio. «Ci stanno già dicendo che è una legge di pietà, di libertà. Ma la pietà non elimina chi soffre: si prende cura di lui. La libertà non è decidere quando morire, ma non essere mai portati a desiderarlo», hanno affermato i dimostranti.
Le Sentinelle criticano la sentenza 242 del 2019 della Corte costituzionale che ha escluso la punibilità dell'aiuto al suicidio in casi eccezionali, temendo che l'eccezione diventi regola. Citano l'esperienza di Belgio, Olanda e Canada, dove - affermano - pratiche inizialmente limitate ai malati terminali si sono estese a depressi, disabili e minori, coinvolgendo persone che non possono permettersi le cure.
«Ogni richiesta di morte è un grido di abbandono», sostengono i manifestanti, che rivendicano l'importanza delle cure palliative e dell'accompagnamento. «Non serve una legge per morire - concludono - ma serve una rete per curare e restare accanto. Rispondere con una siringa invece che con una carezza è la sconfitta della civiltà».