Berzolla, sgomberi e denunce. Tre vite dalla Piacenza invisibile
Le storie di Mohamed, Abdul e Abena fermati all’ex Berzolla. Vite al limite con molti problemi
Filippo Lezoli
|1 mese fa

Controlli all'ex Berzolla
Il 27 ottobre tre persone, una donna e due uomini, sono stati fermati dalla polizia locale all’ex stazione dei locomotori Berzolla, portati in questura, successivamente fotosegnalati con l’ausilio del gabinetto della polizia scientifica e denunciati per occupazione abusiva di immobile, in base all’art. 633 del Codice penale, che punisce “chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli”.
Le tre persone rappresentano un possibile esempio delle difficoltà che incontra chi non ha una casa, chi è invisibile ai più, cosa che può comportare una concatenazione di conseguenze dalle quali si rischia di essere travolti.
La loro storia è raccontata da Valeriano Scassa, presidente de Il Grande Colibrì, associazione di volontariato che fra i suoi progetti ha anche quello di fornire un supporto a richiedenti asilo e rifugiati. «A Piacenza - premette Scassa - vivono parecchie persone senza dimora, ma non si notano. Non si vestono in modo trasandato e mai si direbbe che non hanno un tetto sulla testa. Purtroppo, però, è così. Stazionano in case abbandonate, d’altronde ci sono lunghe file per entrare nei dormitori, che però sono pochi e inevitabilmente praticano una selezione, perciò molte persone cercano un riparo nei sottopassi o in strutture fatiscenti».

