Cavalli del Mochi, Fiazza: «È un tema che seguiamo con attenzione»
Riguardo i basamenti, Fiazza parla di una situazione «complessa»
Thomas Trenchi
|2 giorni fa

«È un tema che seguiamo con attenzione». Così l’assessore alla cultura Christian Fiazza commenta le condizioni dei cavalli del Mochi davanti a palazzo Gotico, dopo le segnalazioni di Libertà sui basamenti in marmo, dove sono comparsi affioramenti verdastri e piccole crepe proprio nell’anno del quattrocentesimo anniversario dei monumenti simbolo di Piacenza. A ciò si aggiungevano alcuni elementi poco decorosi, come il quadro elettrico vicino alla ringhiera di Ranuccio e un bidone dei rifiuti accanto alla statua di Alessandro Farnese: «Abbiamo sistemato subito quei dettagli, e ringrazio Libertà per la segnalazione» precisa l’assessore. Resta invece aperta la questione dell’illuminazione serale, danneggiata in alcuni punti.
Riguardo i basamenti, Fiazza parla di una situazione «più complessa»: «Quando nel 2022 mi sono insediato, alcune macchie erano già presenti e il monitoraggio è stato immediato. Non è percolamento del bronzo né infiltrazione d’acqua, quindi l’origine non è chiara. Serviranno indagini con georadar, analisi radiografiche e prelievi di piccoli campioni. Un parere informale dell’Opificio delle pietre dure ha confermato la necessità di approfondire. Troveremo le risorse, ma voglio rassicurare i cittadini: i cavalli non si stanno rovinando. Dal 2022 sono sottoposti a controlli e manutenzioni bimestrali con la Soprintendenza e un restauratore».
Intanto si avvicina la mostra per i quattrocento anni delle opere: «L’inaugurazione sarà il 12 dicembre alle 18 sotto i portici del Gotico». L’evento, promosso dalla Banca di Piacenza con il patrocinio del Comune, celebra Francesco Mochi, scelto da Ranuccio Farnese per realizzare le due statue dedicate a lui e al padre Alessandro, completate tra il 1620 e il 1625. La mostra, “Quattro secoli di genio: Francesco Mochi e i cavalli di Piacenza”, sarà ospitata al PalabancaEventi dal 13 dicembre al 18 gennaio, con curatela di Antonio Iommelli.






