Afghanistan, il piacentino Busconi: “Una doccia fredda. Grande preoccupazione”
19 Agosto 2021 19:14
Da anni ci si chiedeva cosa sarebbe potuto accadere dopo il ritiro delle forze internazionali dall’Afghanistan ma era difficile immaginare un ritorno così fulmineo dei talebani al potere. “E’ stata una doccia fredda” ha dichiarato il 42enne piacentino Filippo Busconi Ricci Oddi che nella terra degli aquiloni aveva lavorato come funzionario delle Nazioni Unite tra le città di Herat e Kabul dal 2011 al 2013, prima nell’ambito della comunicazione e poi nella gestione dei rapporti con città e province afghane.
Mentre ci si interroga sugli sforzi fatti in vent’anni di missioni civili e militari, a dominare è ora un sentimento di grande preoccupazione. “I colleghi che ho sentito ovviamente sono molto preoccupati per la situazione che si è venuta a creare – spiega il piacentino. C’è chi avverte una sensazione di abbandono, molti sperano comunque di poter lasciare il Paese. Ora tutti i riflettori sono puntati su Kabul, ma i timori più grandi riguardano il periodo in cui l’attenzione mediatica calerà. Le donne in particolare sono esposte a un grosso rischio. Ci sono tanti interrogativi e poche risposte al momento”.
Nel giro di pochi giorni i talebani hanno conquistato le città fino ad arrivare alla capitale. “Il mio pensiero è andato subito al periodo vissuto in quei luoghi, alle persone che ho incontrato e alle strade che percorrevo ogni giorno per andare in ufficio. Herat era una città culturalmente e intellettualmente molto all’avanguardia ed è sempre stata una roccaforte contro l’avanzata dei talebani. Allora c’erano tanti attentati e c’era tanto da fare, ci chiedevamo cosa poteva succedere in caso di una ritirata ma di certo non immaginavo una situazione simile”.
Dopo l’Afghanistan il piacentino si è trasferito per lavoro in Mali, Mozambico e Medioriente, l’attuale impiego è, sempre con le Nazioni Unite, ad Amman in Giordania.
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