A Zerba sette mesi senza “Micheluccio”. La prefettura coordina nuove ricerche
14 Febbraio 2025 05:25
Sette mesi, nessuna traccia. Ma ora finalmente ci si riprova. A marzo, vigili del fuoco, soccorso alpino, carabinieri e protezione civile, coordinati dalla prefettura, torneranno nella valle dell’Inferno per cercare Michele Sacco, l’escursionista scomparso dal 30 giugno mentre cercava di riaprire un vecchio sentiero che da Zerba porta a Rovaiolo Vecchio.
Per chiedere che le ricerche venissero riaperte si è formato il comitato di cittadini “Micheluccio”, come tutti in Valboreca conoscevano Sacco; il sindaco Gianni Razzari ha inoltre scritto tre lettere in via San Giovanni, sollecitando la necessità di ritrovare almeno il corpo dello scomparso, che dopo la pensione aveva coltivato la passione della fotografia, dei social, dei bagni nel Boreca anche in pieno inverno e delle avventure sui sentieri antichi, che raccontassero una storia.
L’obiettivo è ora quello soprattutto di arrivare a dare almeno degna sepoltura al 71enne che, quel 30 giugno, ha lasciato l’auto davanti alla casa di famiglia a Zerba senza mai più farvi ritorno.
Dopo il consiglio comunale che all’unanimità ha accolto la proposta della minoranza di intitolare un sentiero panoramico a Sacco per portare così avanti la sua missione di valorizzazione del territorio che tanto amava, ieri in prefettura Claudia Borrè e Stefano Losi del comitato hanno incontrato Claudio Giordano, viceprefetto aggiunto, i responsabili delle forze dell’ordine e di soccorso, Fabrizio Samuelli di Confesercenti, il quale, avendo casa a Zerba, e si è messo a disposizione del gruppo.
Qui è stata ufficializzata la volontà di riaprire le ricerche, dando ascolto così anche alla lettera-appello che era stata pubblicata nelle scorse settimane su Libertà.
“L’incontro è stato sicuramente molto operativo e questo ci lascia sperare nella possibilità di ritrovare Michele. Lo abbiamo promesso alla sua famiglia ed è cresciuto con noi, in paese. Non è pensabile dimenticarlo”, sottolinea Borrè.
Losi, che è tornato più volte nella valle dell’Inferno, ha indicato ai soccorritori e alle autorità una zona circoscritta non ancora mappata su cui concentrarsi: “Inutile tornare là dove si era già stati a luglio con droni e mezzi tecnologici”, commenta. “A mio avviso Sacco non è mai riuscito ad attraversare la valle dell’Inferno. Serve fare una ricerca a pettine, a rastrello”.
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