Morti premature per smog, Italia prima in Europa. Costo sociale: 61 miliardi all’anno
04 Dicembre 2022 05:00
Nel 2020 in Italia sono stati 68.600 i decessi causati da Pm 2.5, ossidi d’azoto e ozono, facendo salire il nostro Paese in testa alla classifica degli Stati europei in cui si muore di più a causa dell’inquinamento. Seguono la Germania con 43.500 decessi evitabili e la Polonia con 41.600.
In pratica l’Italia rappresenta il 29% del totale di morti premature da Pm 2.5 in Europa (scese a 238mila rispetto all’anno precedente), il 22% dei decessi evitabili da ossidi di azoto e il 21% di quelli dovuti ad eccessi di concentrazioni di ozono.
Non valgono, dunque, per l’Italia le buone notizie contenute nel nuovo Air Quality Report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (Eea).
Se da un lato, infatti, si conferma il trend di costante riduzione delle concentrazioni medie annuali di polveri sottili e delle conseguenti morti premature, i livelli di Pm2.5 permangono tuttavia al di sopra dei limiti sanitari stabiliti dall’Oms nelle Linee Guida 2021 per la Qualità dell’Aira e l’Italia resta ai vertici della classifica.
A spiegarlo è Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima). “Sono state ben 68.600 le morti premature da Pm2.5, ossidi d’azoto ed ozono registrate nel 2020 in Italia. L’Italia è prima anche per numero di anni di vita persi: ben 606.000, quantificabili in circa 61 miliardi di euro di costi sociali e sanitari nel solo anno 2020. Questo significa che da diversi decenni, ogni anno nel nostro Paese l’inquinamento dell’aria genera numeri da pandemia”, sottolinea Miani.
“Il rapporto Eee esplicita chiaramente che le maggiori concentrazioni di Pm10 si osservano nella Pianura Padana, attribuendo il fenomeno alla densità di popolazione e di attività industriali in un contesto orografico e meteorologico che favorisce l’accumulo di polveri sottili”, aggiunge Prisco Piscitelli, epidemiologo e vicepresidente Sima. “Questi dati certificano che l’Italia è tra i Paesi europei che deve compiere i più netti progressi per l’attuazione della Zero Pollution Strategy Europea, che sottende la revisione delle Linee Guida per la Qualità dell’Aria presentate dalla Commissione Europea lo scorso 26 ottobre, per allinearsi alle più stringenti direttive Oms entro il 2050. Ancora una volta, il nostro appello al nuovo Governo è un invito a non perdere l’occasione del Pnrr per invertire rapidamente la rotta”, conclude Miani.
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE