Occhiali con telecamere e sensori al posto dei cani guida per gli ipovedenti

27 Giugno 2024 05:00

Cornel Amariei: sulla fronte, in attesa di essere indossati, gli occhiali per ipovedenti

Aiutare le persone non vedenti a muoversi in autonomia o giocare a quidditch come Harry Potter.
Sono due delle innumerevoli applicazioni dell’Intelligenza artificiale presentate al “Wmf -We make future”, la fiera che ha riunito a Bologna innovatori, stratupper e appassionati di tecnologia.
Con una protagonista assoluta: l’IA, che sta rivoluzionando moltissimi aspetti della vita quotidiana. Al Wmf se ne è parlato, discutendo di limiti e rischi, opportunità e minacce, ma anche mettendo in vetrina le possibili applicazioni, soprattutto quello che possono portare benefici alla vita delle persone.

Occhiali per ipovedenti

È il caso di Cornel Amariei, un giovanissimo inventore romeno che nell’ambito della manifestazione bolognese ha vinto l’Award Tech Accessibility & Tech, un premio pensato per valorizzare il lavoro di chi usa la tecnologia per creare un mondo più accessibile.
Cornel è partito proprio dalla sua esperienza personale: “Sono cresciuto in una famiglia con disabilità, in cui l’unico senza ero io”. E la possibilità di riuscire a migliorare la vita delle persone a cui voleva bene è stato quello che lo ha portato a creare Lumen, un sistema che sfrutta l’intelligenza artificiale per aiutare i soggetti ipovedenti.
Si tratta di un particolare tipo di occhiali smart, che replicano, tramite IA, le funzionalità di un cane guida. Telecamere e sensori mappano l’ambiente circostante in 3D e calcolano percorsi sicuri. A quel punto tramite vibrazioni e lievi impulsi, come potrebbero essere appunto quelli di un cane guida, indicano alla persona che li indossa il percorso da seguire per muoversi in sicurezza.
I cani guida forniscono un supporto fondamentale a chi ha problemi di vista, ma il loro addestramento è molto complicato e la percentuale di non vedenti che ne ha uno è molto limitata.

I droni calciatori

L’Intelligenza artificiale impatta anche su tutte le altre discipline tecnologiche, come ad esempio la robotica.
E se tutti, da bambini, hanno sognato di giocare a quidditch come Harry Potter a Hogwarts, al Wmf di Bologna è andato in scena qualcosa che lo ricorda abbastanza da vicino: il “drone soccer”, presentato per la prima volta in Europa.
Certo, non permette ancora di volare con le scope, ma i droni che cercano di far gol ricordano le palle che volano impazzite dei piccoli maghi.
Al Wmf di Bologna si è giocato il primo torneo internazionale ed ha vinto la Corea. Dove il drone soccer sta già andando fortissimo.

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