Cambia il profilo degli alberi, chi per la tinta e chi per i frutti
Un unico fattore ambientale determina il loro nuovo profilo: le ore di luce durante il giorno calanti in giugno e a dicembre
Dea De Angelis
|4 settimane fa

Un albero in autunno
Verde, giallo, arancione, rosso, porpora… le sfumature delle chiome degli alberi attraversate dai raggi solari autunnali, regalano paesaggi sia urbani che rurali incantevoli. Un unico fattore ambientale determina il nuovo profilo degli alberi: le ore di luce durante il giorno calanti dal solstizio estivo di giugno (giorno più lungo) al solstizio invernale di dicembre (giorno più corto). E un unico elemento dell’albero determina il cambiamento nell’aspetto: la perdita di clorofilla nelle cellule dell’organismo vivente. Che cos’è la clorofilla? È un pigmento verde utile a catturare la luce solare, energia utile alla reazione chimica fondamento della vita sulla Terra: la fotosintesi clorofilliana. La sua scomparsa, il suo lento degradarsi in autunno fa emergere (ai nostri occhi) nuovi pigmenti, responsabili dei vivaci colori autunnali. In questo periodo le foglie delle piante caducifoglie sembrano sostituire i colori dei petali dei fiori primaverili. Ecco allora le foglie verdi della quercia (in fotografia) tingersi di rosso prima di cadere al suolo. Ma gli alberi si distinguono gli uni dagli altri anche per i ritmi naturali diversi. Chi perde le foglie ad ottobre, chi a novembre e chi a dicembre. Il caco (in fotografia) si presenta per esempio in questi giorni già coi rami nudi ma con i suoi frutti pendenti e appariscenti come fossero arancioni palline naturali dell’abete natalizio. Il mondo vegetale è anche sempreverde. Alcuni alberi non perdono le foglie in alcuna stagione, restano - appunto - sempreverdi. Lo fanno le resinose, piante con foglie aghiformi che mantengono la chioma verdeggiante in tutte le stagioni. Il libocedro o cedro della California per esempio (in fotografia) qui in un giardino storico del castello di Agazzano, secolare antica testimonianza di un giardino all’inglese di inizio Ottocento può presentarsi con la chioma al naturale o può venire sagomato a forma di cipresso secondo l’antica (e moderna) arte topiaria. Pianta esotica diffusa nei giardini storici o nelle ville di delizia, come vengono definite, il libocedro come tutte le piante sempreverdi viene messo a dimora per dare un senso di eternità, di tempo che non passa.


