Uova, pulcini e puzzle: così Jake Birkett si è costruito un mestiere
Ma nei videogiochi c'è poca Pasqua, salvo eccezioni
Francesco Toniolo
15 aprile 2025|4 giorni fa

Avete mai sentito parlare di videogiochi come Easter Bonus o Spring Bonus? Molto probabilmente no. Anche tra i videogiocatori sono dei titoli sconosciuti. Eppure nascondono una storia molto interessante, una storia che parla di resilienza e della capacità nel trovare strade alternative. È la curiosa avventura lavorativa di Jake Birkett, il creatore di questi (e altri) videogiochi.
Al pari dei suoi prodotti, anche il nome di Birkett dice ben poco alla maggior parte dei videogiocatori. Del resto, non ha mai realizzato un videogioco virale, non ha vinto premi prestigiosi, i suoi prodotti non sono in testa alle classifiche. Eppure dovrebbe diventare un modello per tutti coloro che vogliono realizzare videogiochi per mestiere, perché il “superpotere” di Jake Birkett è proprio questo: da ormai molti anni si guadagna da vivere grazie ai videogiochi che ha realizzato, nonostante – come detto – nessuno di loro sia mai stato una hit. Forse può sembrare un traguardo banale, ma molti sviluppatori non riescono a raggiungerlo.
L’approccio di Birkett al mercato è tanto semplice quanto efficace: creare dei videogiochi piccoli, poco costosi da produrre, possibilmente legati a ricorrenze stagionali. Sono tutti dei giochi “match-3”, che è il modo con cui vengono definiti quei puzzle in cui bisogna abbinare tre oggetti identici per rimuoverli dalla griglia. Più o meno come Candy Crush, giusto per citare un noto esponente del genere. I match-3 di Birkett sono legati a feste come Natale, Halloween e, come accennato, Pasqua. I suoi Easter Bonus e Spring Bonus sono due puzzle game molto colorati in cui bisogna accostare fiori, pulcini e uova di Pasqua. Entrambi sono stati più volte ripubblicati su diverse piattaforme, nel corso degli anni.
Al pari dei suoi prodotti, anche il nome di Birkett dice ben poco alla maggior parte dei videogiocatori. Del resto, non ha mai realizzato un videogioco virale, non ha vinto premi prestigiosi, i suoi prodotti non sono in testa alle classifiche. Eppure dovrebbe diventare un modello per tutti coloro che vogliono realizzare videogiochi per mestiere, perché il “superpotere” di Jake Birkett è proprio questo: da ormai molti anni si guadagna da vivere grazie ai videogiochi che ha realizzato, nonostante – come detto – nessuno di loro sia mai stato una hit. Forse può sembrare un traguardo banale, ma molti sviluppatori non riescono a raggiungerlo.
L’approccio di Birkett al mercato è tanto semplice quanto efficace: creare dei videogiochi piccoli, poco costosi da produrre, possibilmente legati a ricorrenze stagionali. Sono tutti dei giochi “match-3”, che è il modo con cui vengono definiti quei puzzle in cui bisogna abbinare tre oggetti identici per rimuoverli dalla griglia. Più o meno come Candy Crush, giusto per citare un noto esponente del genere. I match-3 di Birkett sono legati a feste come Natale, Halloween e, come accennato, Pasqua. I suoi Easter Bonus e Spring Bonus sono due puzzle game molto colorati in cui bisogna accostare fiori, pulcini e uova di Pasqua. Entrambi sono stati più volte ripubblicati su diverse piattaforme, nel corso degli anni.

Questo è quanto. Non ci sono storie strappalacrime o rivoluzionarie meccaniche di gioco. Sono solo degli zuccherosi puzzle games con cui rilassarsi per qualche minuto. Ma sono dei giochi che garantiscono vendite ricorrenti. Ogni volta che torna Pasqua, Birkett sa che venderà un po’ di copie dei suoi vecchi videogiochi. E avendo coperto tutte le principali ricorrenze del calendario, sa che può man mano sviluppare nuovi progetti (e ripubblicare nuove edizioni dei precedenti) avendo le spalle coperte. Jake Birkett ha anche raccontato il suo percorso produttivo in una conferenza, ascoltabile su YouTube cercando “How to Survive in Gamedev for Eleven Years Without a Hit”.
La sua carriera ricorda che esistono anche strategie alternative, rispetto alle logiche dominanti del mercato. E che c’è valore in una produzione che molti definirebbero “umile” e forse anche “banale”, ma che gli permette di vivere coi proventi dei suoi videogiochi. Molti giovani che vogliono sviluppare videogiochi, invece, sognano di fare il colpo grosso. Vengono ispirati da figure come Eric Barone o Toby Fox. Il primo ha lavorato ininterrottamente per oltre quattro anni a un videogioco, Stardew Valley, che è stato poi giocato da milioni di persone. Il secondo ha ottenuto una popolarità ancor maggiore con il suo Undertale, che ha sviluppato praticamente da solo. Barone e Fox sono stati bravissimi e i loro sono ottimi videogiochi, ma rappresentano delle eccezioni, non sono certo lo standard. Ma, per fortuna, i giochi pasquali di Jake Birkett ci ricordano che non serve per forza creare il nuovo Undertale o il nuovo Stardew Valley, per vivere di videogiochi.
La sua carriera ricorda che esistono anche strategie alternative, rispetto alle logiche dominanti del mercato. E che c’è valore in una produzione che molti definirebbero “umile” e forse anche “banale”, ma che gli permette di vivere coi proventi dei suoi videogiochi. Molti giovani che vogliono sviluppare videogiochi, invece, sognano di fare il colpo grosso. Vengono ispirati da figure come Eric Barone o Toby Fox. Il primo ha lavorato ininterrottamente per oltre quattro anni a un videogioco, Stardew Valley, che è stato poi giocato da milioni di persone. Il secondo ha ottenuto una popolarità ancor maggiore con il suo Undertale, che ha sviluppato praticamente da solo. Barone e Fox sono stati bravissimi e i loro sono ottimi videogiochi, ma rappresentano delle eccezioni, non sono certo lo standard. Ma, per fortuna, i giochi pasquali di Jake Birkett ci ricordano che non serve per forza creare il nuovo Undertale o il nuovo Stardew Valley, per vivere di videogiochi.

La Pasqua non è tra le festività più frequentate dai videogiochi. Al contrario di Halloween o Natale, che vantano interi cataloghi a tema, le uova decorate e i coniglietti pasquali raramente fanno da sfondo ad avventure interattive. Provate a consultare anche qualche videogiocatore incallito. Probabilmente gli verrà in mente qualcosa, parlando di Natale o Halloween. Magari anche solo un DLC (un contenuto scaricabile aggiuntivo) legato a quelle festività, in cui si ottiene un costume da Babbo Natale o un cappello a forma di zucca. Facendogli la stessa domanda, ma legata alla Pasqua, potrebbe non sapere cosa rispondere. Non per colpa sua. Semplicemente, Pasqua ricorre molto poco, nei videogiochi.
Certo, qualche eccezione c’è. In linea di massima parliamo di eventi stagionali, che si verificano durante un certo periodo dell’anno. Per esempio, nella serie Animal Crossing, la Pasqua è rappresentata da un evento chiamato Caccia all’uovo. Animal Crossing è una serie in cui lo scorrere del tempo corrisponde a quello nel nostro mondo. Per cui è comprensibile che durante il periodo pasquale sia possibile girare per il villaggio in cui è ambientato il gioco, andando a caccia di uova. Anche in World of Warcraft è presente un evento simile, chiamato Noblegarden (o Festa di Nobiluova). Qui l’accostamento inizia già a farsi un po’ più strano. Animal Crossing è ambientato in un mondo di simpatici animali antropomorfi, mentre World of Warcraft è un videogioco di ruolo online, in un mondo fantasy in cui differenti razze (orchi, nani, elfi, ecc.) si combattono, suddivise in due fazioni. Trovare un evento pasquale in un contesto del genere è perlomeno inaspettato. Sulla stessa linea si collocano tutte le varie “skin” (i costumi alternativi) di Pasqua e gli eventi a tema che si trovano in diversi videogiochi online, compresi i famosissimi Fortnite e Call of Duty. Nella maggior parte dei casi, si tratta semplicemente di costumi da coniglio o altri elementi estetici similari.
I videogiochi esplicitamente legati alla Pasqua sono invece molto pochi e bisogna cercarli col lanternino. Possiamo ricordare i puzzle games Easter Bonus e Spring Bonus di Jake Birkett, al fianco del vecchio Easter Bunny’s Big Day, pubblicato sulla prima PlayStation. Quest’ultimo è un insieme di semplici minigiochi, come il memory e i puzzle in cui ricomporre immagini a tema pasquale.
Certo, qualche eccezione c’è. In linea di massima parliamo di eventi stagionali, che si verificano durante un certo periodo dell’anno. Per esempio, nella serie Animal Crossing, la Pasqua è rappresentata da un evento chiamato Caccia all’uovo. Animal Crossing è una serie in cui lo scorrere del tempo corrisponde a quello nel nostro mondo. Per cui è comprensibile che durante il periodo pasquale sia possibile girare per il villaggio in cui è ambientato il gioco, andando a caccia di uova. Anche in World of Warcraft è presente un evento simile, chiamato Noblegarden (o Festa di Nobiluova). Qui l’accostamento inizia già a farsi un po’ più strano. Animal Crossing è ambientato in un mondo di simpatici animali antropomorfi, mentre World of Warcraft è un videogioco di ruolo online, in un mondo fantasy in cui differenti razze (orchi, nani, elfi, ecc.) si combattono, suddivise in due fazioni. Trovare un evento pasquale in un contesto del genere è perlomeno inaspettato. Sulla stessa linea si collocano tutte le varie “skin” (i costumi alternativi) di Pasqua e gli eventi a tema che si trovano in diversi videogiochi online, compresi i famosissimi Fortnite e Call of Duty. Nella maggior parte dei casi, si tratta semplicemente di costumi da coniglio o altri elementi estetici similari.
I videogiochi esplicitamente legati alla Pasqua sono invece molto pochi e bisogna cercarli col lanternino. Possiamo ricordare i puzzle games Easter Bonus e Spring Bonus di Jake Birkett, al fianco del vecchio Easter Bunny’s Big Day, pubblicato sulla prima PlayStation. Quest’ultimo è un insieme di semplici minigiochi, come il memory e i puzzle in cui ricomporre immagini a tema pasquale.

Curiosamente, tra le poche eccezioni possiamo anche ricordare un videogioco italiano. Uno di quelli molto poco noti, generalmente ricordati solo dagli storici del videogioco e dagli amanti di tutto ciò che è di nicchia. Sto parlando di “Lavazza - Avventura pasquale con Paolo Bonolis e Luca Laurenti” del 2002. Il titolo è decisamente esplicativo. Siamo davanti a un advergame, ovvero a un videogioco pensato per funzionare come una pubblicità. In questo caso è stato realizzato per conto di Lavazza, che lo aveva poi distribuito gratuitamente. In quel periodo si vedevano spesso, in televisione, le pubblicità con Paolo Bonolis e Luca Laurenti in Paradiso, dove sorseggiavano il caffè Lavazza con San Pietro. Bonolis e Laurenti sono rimasti nel “Paradiso Lavazza” per diversi anni. Un tempo molto lungo, in cui quell’immaginario si è sedimentato nella mente degli italiani. E Lavazza stava sperimentando differenti strade per promuovere il suo caffè e sfruttare quel contesto paradisiaco. Una di queste strade ha portato alla creazione di due videogiochi, uno pasquale e uno natalizio. L’approccio di fondo è più o meno lo stesso in entrambi i casi. Siamo davanti a delle avventure grafiche, un genere di videogiochi in cui bisogna cercare e combinare diversi oggetti, da utilizzare per risolvere bizzarri enigmi. Nel caso dell’Avventura pasquale, l’obiettivo del gioco è quello di raccogliere gli ingredienti per realizzare un dolce (una colomba di Pasqua), che viene ovviamente gustato insieme a una bella tazza di caffè.
Come detto, questo gioco è in larga parte sconosciuto, ma è tuttora possibile recuperarlo e giocarci, visto che è stato caricato su «Internet Archive» per preservarlo. Non si può dire che sia il videogioco più riuscito del mondo, ma è un pezzo di storia della comunicazione pubblicitaria italiana. Per inciso, quelle due avventure con Bonolis e Laurenti non sono stati gli unici esperimenti di Lavazza nel mondo del gaming. In tempi più recenti, l’azienda ha realizzato la sua “Lavazza Arena” nel popolarissimo Roblox, una sorta di metaverso che racchiude al suo interno diversi videogiochi.