Giochi di civilizzazione come "ponte" ideale tra tavolo e videogioco
Marchi noti per attirare un pubblico ampio e trasversale. Il dialogo tra i due mondi riserva sempre molte sorprese
Carlo Chericoni
|3 settimane fa

Through the Ages- © Libertà/Carlo Chericoni
Negli ultimi anni sono sempre più numerose le produzioni da tavolo che si ispirano a celebri videogame, sfruttando marchi noti per attirare un pubblico ampio e trasversale. In questa occasione, però, vogliamo raccontarvi di un periodo in cui il flusso creativo andava nella direzione opposta.
Negli anni degli home computer e dei primi PC, molti sviluppatori si rivolsero al mondo dei board game per trovare ispirazione perché in un’epoca segnata da forti limiti tecnici, soprattutto grafici, era fondamentale costruire esperienze basate su meccaniche solide, ben collaudate e capaci di coinvolgere.
Questo approccio non solo portò alla trasposizione digitale di numerosi wargame e giochi di ruolo, ma contribuì anche alla nascita di interi generi ancora oggi ben presenti nel panorama videoludico.
Alcuni collegamenti sono evidenti, come nel caso dei dungeon crawler, debitori di titoli storici come Dungeon! (1975) o Dungeons & Dragons (1974). Altri legami, invece, sono meno noti.
Negli anni degli home computer e dei primi PC, molti sviluppatori si rivolsero al mondo dei board game per trovare ispirazione perché in un’epoca segnata da forti limiti tecnici, soprattutto grafici, era fondamentale costruire esperienze basate su meccaniche solide, ben collaudate e capaci di coinvolgere.
Questo approccio non solo portò alla trasposizione digitale di numerosi wargame e giochi di ruolo, ma contribuì anche alla nascita di interi generi ancora oggi ben presenti nel panorama videoludico.
Alcuni collegamenti sono evidenti, come nel caso dei dungeon crawler, debitori di titoli storici come Dungeon! (1975) o Dungeons & Dragons (1974). Altri legami, invece, sono meno noti.

Un esempio significativo è quello dei cosiddetti “Civilization game”, incentrati sull’evoluzione e la crescita di una civiltà attraverso la conquista, il progresso scientifico e lo sviluppo culturale.
Per la loro complessità molti sono portati a pensare che si tratti di una tipologia nata direttamente su computer, magari con il celebre Civilization firmato da Sid Meier nel 1991.
In realtà, quel celebre videogioco si ispirava a un omonimo titolo da tavolo pubblicato dallo storico editore Avalon Hill nel 1980. Fu proprio quel Civilization analogico a gettare le basi del genere, introducendo concetti ancora oggi fondamentali come l’albero delle tecnologie, un sistema che consente di sbloccare nuove abilità solo dopo averne sviluppate altre in precedenza.
Nei quarantacinque anni successivi, il panorama dei giochi da tavolo a tema civilizzazione si è arricchito di numerose produzioni, tra cui l’ottimo Through the Ages (2015), che grazie a un sistema di selezione carte (card drafting) consente di costruire edifici, avanzare tecnologicamente, rafforzare gli eserciti e scegliere leader storici per guidare la propria nazione. Un’esperienza che spicca per profondità, ma anche piuttosto impegnativa.
Per la loro complessità molti sono portati a pensare che si tratti di una tipologia nata direttamente su computer, magari con il celebre Civilization firmato da Sid Meier nel 1991.
In realtà, quel celebre videogioco si ispirava a un omonimo titolo da tavolo pubblicato dallo storico editore Avalon Hill nel 1980. Fu proprio quel Civilization analogico a gettare le basi del genere, introducendo concetti ancora oggi fondamentali come l’albero delle tecnologie, un sistema che consente di sbloccare nuove abilità solo dopo averne sviluppate altre in precedenza.
Nei quarantacinque anni successivi, il panorama dei giochi da tavolo a tema civilizzazione si è arricchito di numerose produzioni, tra cui l’ottimo Through the Ages (2015), che grazie a un sistema di selezione carte (card drafting) consente di costruire edifici, avanzare tecnologicamente, rafforzare gli eserciti e scegliere leader storici per guidare la propria nazione. Un’esperienza che spicca per profondità, ma anche piuttosto impegnativa.

Un altro titolo degno di nota è Sid Meier’s Civilization: Il Gioco da Tavolo, riuscito adattamento analogico dell’omonimo videogioco, che prova a mantenere intatta la complessità dell’originale digitale.
In Clash of Cultures (2021), invece, i partecipanti esplorano territori, fondano città, sviluppano scoperte e costruiscono Meraviglie, espandendo il proprio impero su un tabellone modulare sempre diverso. Con 48 scoperte disponibili e 7 Meraviglie da realizzare, l’esperienza è articolata e piuttosto impegnativa.
Mosaic: Una Storia di Civilizzazione (2022) propone un approccio più snello: sfrutta il sistema di selezione delle azioni (action selection) per far crescere un’antica civiltà nel bacino del Mediterraneo. Il ritmo è rapido e l’accessibilità superiore rispetto ai titoli precedenti.
Chi cerca un’ambientazione più astratta può optare per Tapestry, in cui l’evoluzione parte dalla preistoria e arriva al futuro. La mappa si costruisce progressivamente, mentre i giocatori fanno avanzare la propria società lungo quattro direttrici: scienza, tecnologia, esplorazione ed esercito. Il risultato è un’esperienza completa ma più leggera rispetto ai classici del genere.
Oltre a questa selezione, sono moltissimi gli altri titoli in cui la costruzione di una civiltà è il cuore dell’esperienza, segno che l’intreccio tra storia, strategia e crescita resta una delle formule più amate dai giocatori di ogni epoca.
In Clash of Cultures (2021), invece, i partecipanti esplorano territori, fondano città, sviluppano scoperte e costruiscono Meraviglie, espandendo il proprio impero su un tabellone modulare sempre diverso. Con 48 scoperte disponibili e 7 Meraviglie da realizzare, l’esperienza è articolata e piuttosto impegnativa.
Mosaic: Una Storia di Civilizzazione (2022) propone un approccio più snello: sfrutta il sistema di selezione delle azioni (action selection) per far crescere un’antica civiltà nel bacino del Mediterraneo. Il ritmo è rapido e l’accessibilità superiore rispetto ai titoli precedenti.
Chi cerca un’ambientazione più astratta può optare per Tapestry, in cui l’evoluzione parte dalla preistoria e arriva al futuro. La mappa si costruisce progressivamente, mentre i giocatori fanno avanzare la propria società lungo quattro direttrici: scienza, tecnologia, esplorazione ed esercito. Il risultato è un’esperienza completa ma più leggera rispetto ai classici del genere.
Oltre a questa selezione, sono moltissimi gli altri titoli in cui la costruzione di una civiltà è il cuore dell’esperienza, segno che l’intreccio tra storia, strategia e crescita resta una delle formule più amate dai giocatori di ogni epoca.

