"La sindrome di Baj". Quando l'arte diventa un detonatore dell'immaginazione
Il podcast di Daniele Vaschi, prodotto da Punkrockers Audioproduzioni e Storielibere
Claudia Labati
|1 mese fa

La copertina del podcast- © Libertà/Claudia Labati
In famiglia sono famosa perché, non appena mi si presenta una pietanza ben impiattata o un dolce particolarmente attraente, esclamo: “Ma che buono!”. Mi viene sempre fatto notare che prima si deve assaggiare per poter giudicare. In generale è vero, ma non nel caso di questo bellissimo podcast: "La sindrome di Baj" di Daniele Vaschi, prodotto da Punkrockers Audioproduzioni e Storielibere.
Si tratta di una serie in sei puntate, pubblicate a cadenza settimanale. Ho già divorato le prime tre, e posso affermarlo senza esitazione: non serve aspettare la fine per consigliarvelo.
Daniele Vaschi si è letteralmente e persistentemente innamorato dell’intera produzione dell’artista Enrico Baj, sviluppando quella che lui stesso definisce “la sindrome di Baj”. È rimasto folgorato dall’arte di questo maestro libero e giocoso, ma non per questo meno satirico e impegnato. Colleziona cataloghi, desidera sapere tutto del suo universo poetico e della sua arte trasgressiva. Così, per nostra fortuna, decide di buttarsi a capofitto nella creazione di questo podcast come via d’uscita e come atto d’amore.
È un viaggio narrativo che si sviluppa à rebours - a ritroso nel tempo -, un escamotage usato dallo stesso pittore nella sua Automitobiografia. Si parte dall’oggi, dalla mostra milanese “Baj chez Baj” a Palazzo Reale, conclusasi a febbraio scorso per il centenario dell’artista, per poi immergersi nella sua vita e nel suo immaginario.
Nel primo episodio, A cosa serve un quadro? l’autore dialoga con Roberta Cerini Baj, moglie e archivio vivente dell’artista, che inizia il racconto dalla celebre opera I funerali dell’anarchico Pinelli. Quest’opera, fulgido esempio di come Baj usasse i suoi personaggi surrealisti per criticare ogni forma di conformismo, fu censurata nel 1972 a causa del clima politico dell’epoca. Oggi fa parte di un percorso antologico permanente a Palazzo Reale.
Si tratta di una serie in sei puntate, pubblicate a cadenza settimanale. Ho già divorato le prime tre, e posso affermarlo senza esitazione: non serve aspettare la fine per consigliarvelo.
Daniele Vaschi si è letteralmente e persistentemente innamorato dell’intera produzione dell’artista Enrico Baj, sviluppando quella che lui stesso definisce “la sindrome di Baj”. È rimasto folgorato dall’arte di questo maestro libero e giocoso, ma non per questo meno satirico e impegnato. Colleziona cataloghi, desidera sapere tutto del suo universo poetico e della sua arte trasgressiva. Così, per nostra fortuna, decide di buttarsi a capofitto nella creazione di questo podcast come via d’uscita e come atto d’amore.
È un viaggio narrativo che si sviluppa à rebours - a ritroso nel tempo -, un escamotage usato dallo stesso pittore nella sua Automitobiografia. Si parte dall’oggi, dalla mostra milanese “Baj chez Baj” a Palazzo Reale, conclusasi a febbraio scorso per il centenario dell’artista, per poi immergersi nella sua vita e nel suo immaginario.
Nel primo episodio, A cosa serve un quadro? l’autore dialoga con Roberta Cerini Baj, moglie e archivio vivente dell’artista, che inizia il racconto dalla celebre opera I funerali dell’anarchico Pinelli. Quest’opera, fulgido esempio di come Baj usasse i suoi personaggi surrealisti per criticare ogni forma di conformismo, fu censurata nel 1972 a causa del clima politico dell’epoca. Oggi fa parte di un percorso antologico permanente a Palazzo Reale.

Il viaggio prosegue nel Varesotto, terra natale anche di Vaschi: la sua voce e la splendida sonorizzazione ci accompagnano nella casa di Vergiate, dove Baj scelse di vivere “adagiato sul verde”, da milanese rifugiato in campagna. È una puntata intensa, che arriva al cuore dell’artista-uomo. Non voglio svelare di più, ma vi assicuro che è gustosissima, grazie agli aneddoti e alle testimonianze di chi quel Baj intimo e domestico lo ha conosciuto davvero.
Poi si arriva a Pontedera, davanti al grande muro dipinto da Baj poco prima della sua morte, dove la pittura diventa “la via scelta verso la libertà”. Il viaggio metaforico e terapeutico di Vaschi prosegue nel terzo episodio, grazie al ritrovamento di registrazioni originali di incontri pubblici degli anni ’90, in cui possiamo ascoltare la voce dell’artista: un concentrato straordinario di idee e riflessioni.
Sono rimasta colpita dalla modernità di questo artista irriverente, giocoso e patafisico, e soprattutto dalle sue intuizioni su computer e intelligenza artificiale, risalenti al 1991: Baj è stato un vero precursore, incredibilmente avanti per i suoi tempi.
La sindrome di Baj è un racconto intimo e luminoso, narrato con lo stile brillante, empatico e personale di Daniele Vaschi, già vincitore del premio “Miglior Podcast dell’Anno” e della categoria Business a Il Pod di Piacenza 2024.
Se Vaschi sta forse lentamente guarendo dalla sua ossessione, noi Podcastari non abbiamo scampo: questa sindrome è contagiosa — e irresistibilmente libera.

DANIELE ED ENRICO, AUTOMITOBIOGRAFIA
Daniele Vaschi. Dj musicista, radiofonico. Conduce i primi programmi nel 1996 presso gli studi dell’emittente varesotta Radio Lupo Solitario, nel 2001 passa al microfono della storica Rock FM fino al giorno della sua chiusura. Sua la conduzione su LIFEGate Radio di Passengers, in diretta da un pullman di linea per le strade di Milano. Autore e compositore del gruppo musicale PAY punk rock band seminale in Italia. Sua la serie di inchiesta COMPRAMI su Only Fans da cui è tratto l’omonimo libro, edito da IlSole24Ore. Se volete seguirlo @arielefrizzante in cui troverete anche molti approfondimenti interessanti sul podcast in corso “La sindrome di Baj”.
Enrico Baj. Milano, 31 ottobre 1924 – Vergiate, 16 giugno 2003. È stato un pittore, scultore e saggista italiano. Fonda nel 1951 il “movimento nucleare”. Negli anni ‘60 raggiunge la popolarità grazie ai suoi famosi “Generali”. Il Surrealismo e il Dadaismo marcarono profondamente tutta la sua opera fatta di una infinita serie di materiali diversi mescolati alla pittura: medaglie, bottoni e passamanerie, Nel corso degli anni, la passione per la scrittura lo ha portato alla pubblicazione di numerosi libri, tra i quali Patafisica, Automitobiografia, Impariamo la pittura e Ecologia dell'arte. A cento anni dalla nascita, il maestro della neoavanguardia italiana e internazionale Enrico Baj (Milano, 1924 – Vergiate, 2003) è tornato protagonista a Milano con la mostra Baj chez Baj, Palazzo Reale dall’8 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025. Il progetto espositivo, a cura di Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, ha riunito oltre cinquanta opere che attraversano le fasi di ricerca e di adesione dell’artista ai diversi movimenti che si sono succeduti nel tempo, dall’astrazione gestuale degli Anni Cinquanta al mondo animato delle cassettiere e dei trumeau dei primi Anni Duemila.
Daniele Vaschi. Dj musicista, radiofonico. Conduce i primi programmi nel 1996 presso gli studi dell’emittente varesotta Radio Lupo Solitario, nel 2001 passa al microfono della storica Rock FM fino al giorno della sua chiusura. Sua la conduzione su LIFEGate Radio di Passengers, in diretta da un pullman di linea per le strade di Milano. Autore e compositore del gruppo musicale PAY punk rock band seminale in Italia. Sua la serie di inchiesta COMPRAMI su Only Fans da cui è tratto l’omonimo libro, edito da IlSole24Ore. Se volete seguirlo @arielefrizzante in cui troverete anche molti approfondimenti interessanti sul podcast in corso “La sindrome di Baj”.
Enrico Baj. Milano, 31 ottobre 1924 – Vergiate, 16 giugno 2003. È stato un pittore, scultore e saggista italiano. Fonda nel 1951 il “movimento nucleare”. Negli anni ‘60 raggiunge la popolarità grazie ai suoi famosi “Generali”. Il Surrealismo e il Dadaismo marcarono profondamente tutta la sua opera fatta di una infinita serie di materiali diversi mescolati alla pittura: medaglie, bottoni e passamanerie, Nel corso degli anni, la passione per la scrittura lo ha portato alla pubblicazione di numerosi libri, tra i quali Patafisica, Automitobiografia, Impariamo la pittura e Ecologia dell'arte. A cento anni dalla nascita, il maestro della neoavanguardia italiana e internazionale Enrico Baj (Milano, 1924 – Vergiate, 2003) è tornato protagonista a Milano con la mostra Baj chez Baj, Palazzo Reale dall’8 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025. Il progetto espositivo, a cura di Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, ha riunito oltre cinquanta opere che attraversano le fasi di ricerca e di adesione dell’artista ai diversi movimenti che si sono succeduti nel tempo, dall’astrazione gestuale degli Anni Cinquanta al mondo animato delle cassettiere e dei trumeau dei primi Anni Duemila.

