Droni: ok dal Ministero della Salute per l'impiego a scopo fitosanitario
Nel 2025 saranno ampliate le aree di intervento e le colture coinvolte. Progetti anche nel Piacentino
Claudia Molinari
16 aprile 2025|29 giorni fa

Buone notizie per gli agricoltori emiliano romagnoli. Infatti, a seguito di nuova richiesta avanzata proprio dal Settore Fitosanitario regionale, il Ministero della Salute ha rinnovato alla Regione Emilia-Romagna anche per il 2025 l’autorizzazione per la sperimentazione, che riguarda l’uso dei droni in agricoltura. La richiesta del Servizio fitosanitario è stata motivata dai risultati emersi dall’analisi dei dati raccolti nel 2024, che hanno offerto risultati promettenti, evidenziando come la possibilità di eseguire trattamenti quando i campi sono inagibili costituisca un fattore strategico di successo per gli agricoltori. L’impiego dei droni garantisce inoltre meno deriva, più sicurezza per gli operatori e l’ottimizzazione dei tempi di intervento. Un quadro positivo che fa sì che alle esperienze per ora limitate alla collina ravennate, se ne aggiungeranno altre che riguarderanno anche la nostra provincia, oltre che la pianura ravennate e la provincia di Forlì-Cesena. L’iniziativa si inserisce nel contesto dell’agricoltura 4.0 che punta a ottimizzare le produzioni dal punto di vista dell’efficienza e della sostenibilità, attraverso l’integrazione con le nuove tecnologie, che permettono la raccolta di dati sempre più precisi e la pianificazione di tutte le fasi della lavorazione nei minimi dettagli, favorendo la razionalizzazione delle risorse. In questo senso l’utilizzo dei droni rappresenta uno strumento dall’elevato potenziale, in grado di ridurre e ottimizzare l’utilizzo dei fitofarmaci rispetto ai metodi convenzionali, un risultato in linea con quanto prefissato dall’Unione Europea e dal Piano di Azione Nazionale. La richiesta di sperimentazione era partita dalla Regione Emilia Romagna, spiegano dal quartier generale bolognese, come risposta alle conseguenze degli eventi alluvionali del 2023, che hanno reso inaccessibili i terreni alle irroratrici tradizionali per un lungo periodo.