Mr. Bowl: «Basta Piacenza! Scappo nella Milano da bere con Lanzoni»
L'ormai leggendario scodellino anticipa una puntata molto speciale, in onda alle 21 su Telelibertà, con l'attore e volto del “milanese contemporaneo” dei social
Redazione Online
|3 settimane fa

Germano Lanzoni "tra le grinfie" di Marcello Tassi e Danilo Di Trani
Mr. Bowl, quando torna a Piacenza?
«Buongiorno anche a lei. Vedo che le buone maniere le insegnano ancora nei bar di provincia. Tornare? Non credo proprio. Dopo anni di colline, gutturni e merende a base di "pistà ad gras”, sentivo il bisogno di cambiare latitudine. Mi sono detto: “Andiamo dove il traffico è più denso dell’Ortrugo”. E così, eccomi nella Milano da bere, da tossire e da parcheggiare male».
«Buongiorno anche a lei. Vedo che le buone maniere le insegnano ancora nei bar di provincia. Tornare? Non credo proprio. Dopo anni di colline, gutturni e merende a base di "pistà ad gras”, sentivo il bisogno di cambiare latitudine. Mi sono detto: “Andiamo dove il traffico è più denso dell’Ortrugo”. E così, eccomi nella Milano da bere, da tossire e da parcheggiare male».
Addirittura Milano?
«Eh sì, caro mio. E la colpa è tutta dell’ultimo ospite di Bowlcast: il grande Germano Lanzoni. Uno che la milanesità ce l’ha nel DNA e la restituisce con la leggerezza di chi sa che la battuta, quando è fatta bene, pesa come un editoriale. Mi ha fatto capire che Piacenza mi stava stretta».
«Eh sì, caro mio. E la colpa è tutta dell’ultimo ospite di Bowlcast: il grande Germano Lanzoni. Uno che la milanesità ce l’ha nel DNA e la restituisce con la leggerezza di chi sa che la battuta, quando è fatta bene, pesa come un editoriale. Mi ha fatto capire che Piacenza mi stava stretta».
Tutti lo conoscono per un certo personaggio, giusto?
«Zitto! Non facciamo nomi, che quelli là sono un marchio e poi ci arriva la PEC. Diciamo solo che Germano è il volto e l’anima di una certa filosofia da open-space e Negroni sbagliato, ma in realtà è molto di più. Si è formato al Teatro Arsenale, quella scuola da cui sono passati anche Aldo, Giovanni e Giacomo. E la sua matrice è tutta milanese, quella che parte da Cochi e Renato, passa per Paolo Rossi, fa un inchino a Dogui e poi vola fino al premio Nobel più teatrale di tutti: Dario Fo. Insomma, Germano non è solo un attore: è una maschera moderna, come Arlecchino con la tessera aziendale».
«Zitto! Non facciamo nomi, che quelli là sono un marchio e poi ci arriva la PEC. Diciamo solo che Germano è il volto e l’anima di una certa filosofia da open-space e Negroni sbagliato, ma in realtà è molto di più. Si è formato al Teatro Arsenale, quella scuola da cui sono passati anche Aldo, Giovanni e Giacomo. E la sua matrice è tutta milanese, quella che parte da Cochi e Renato, passa per Paolo Rossi, fa un inchino a Dogui e poi vola fino al premio Nobel più teatrale di tutti: Dario Fo. Insomma, Germano non è solo un attore: è una maschera moderna, come Arlecchino con la tessera aziendale».
E quindi puntata teatrale?
«Teatrale, filosofica, ma pure calcistica. Perché ricordiamo che Lanzoni da quasi trent’anni è la voce ufficiale del Milan a San Siro. Lui annunciava Shevchenko, Kakà e Maldini, oggi fa lo stesso con i vari Leao e Modric, lo stadio vibra come la mia ceramica quando scorge una “scodellina”. I miei due compari, Di Trani e Tassi, poveri babbei interisti, si sono scoloriti come loghi in bianco e nero. Germano li ha asfaltati con un “Buonasera San Siro!” e da lì in poi è stato un monologo».
«Teatrale, filosofica, ma pure calcistica. Perché ricordiamo che Lanzoni da quasi trent’anni è la voce ufficiale del Milan a San Siro. Lui annunciava Shevchenko, Kakà e Maldini, oggi fa lo stesso con i vari Leao e Modric, lo stadio vibra come la mia ceramica quando scorge una “scodellina”. I miei due compari, Di Trani e Tassi, poveri babbei interisti, si sono scoloriti come loghi in bianco e nero. Germano li ha asfaltati con un “Buonasera San Siro!” e da lì in poi è stato un monologo».
Non li licenzia, finalmente?
«Ma no, li tengo per sport. Servono a ricordarmi cosa succede quando si sbaglia strada nella vita. E poi, durante la puntata, c’è stata pure una delle nostre famose incursioni: la coordinatrice del telegiornale Marzia Foletti è piombata in studio cercando Danilo per un servizio urgente del TG. Lui è sparito per dieci minuti ed è rientrato... pelato. Non chiedete come. Non chiedete perché. Dovete vedere per credere».
«Ma no, li tengo per sport. Servono a ricordarmi cosa succede quando si sbaglia strada nella vita. E poi, durante la puntata, c’è stata pure una delle nostre famose incursioni: la coordinatrice del telegiornale Marzia Foletti è piombata in studio cercando Danilo per un servizio urgente del TG. Lui è sparito per dieci minuti ed è rientrato... pelato. Non chiedete come. Non chiedete perché. Dovete vedere per credere».
Incredibile. Ma Lanzoni è riuscito a mantenere la calma?
«Con classe e una risata. È il suo superpotere. E poi ha parlato del suo nuovo libro, “Ricordati di ridere – Manuale di leadership umoristica”, edito da Il Sole 24 Ore, disponibile in libreria e in edicola. Un testo che spiega come l’ironia non sia evasione, ma resistenza. Lo dice con quel suo timbro che fa sembrare intelligente anche un briefing sulle fotocopiatrici».
«Con classe e una risata. È il suo superpotere. E poi ha parlato del suo nuovo libro, “Ricordati di ridere – Manuale di leadership umoristica”, edito da Il Sole 24 Ore, disponibile in libreria e in edicola. Un testo che spiega come l’ironia non sia evasione, ma resistenza. Lo dice con quel suo timbro che fa sembrare intelligente anche un briefing sulle fotocopiatrici».
Un attore, uno speaker, un autore… cosa si scopre in questa puntata?
«Che dietro il personaggio c’è l’uomo di teatro, quello che sa che la risata è una forma di empatia e il palcoscenico un posto dove si impara a vivere. Un tipo che si muove tra il palco e la curva Sud, tra Shakespeare e Carlo Ancelotti. E che, soprattutto, non ha mai smesso di osservare la realtà con quell’ironia tutta milanese».
«Che dietro il personaggio c’è l’uomo di teatro, quello che sa che la risata è una forma di empatia e il palcoscenico un posto dove si impara a vivere. Un tipo che si muove tra il palco e la curva Sud, tra Shakespeare e Carlo Ancelotti. E che, soprattutto, non ha mai smesso di osservare la realtà con quell’ironia tutta milanese».
Sembra una puntata delirante, ancora più del solito.
«Delirante, sì. Ma anche piena di cuore. C’è teatro, calcio, filosofia da bar e un pizzico di follia redazionale. Il tutto servito nello scodellino buono, quello delle grandi occasioni».
«Delirante, sì. Ma anche piena di cuore. C’è teatro, calcio, filosofia da bar e un pizzico di follia redazionale. Il tutto servito nello scodellino buono, quello delle grandi occasioni».
E lei, Mr. Bowl, dove si trova adesso?
«In un coworking abusivo tra Lambrate e l’inferno. Mi nutro di brioche senza glutine e giudizi universali. Ma non preoccupatevi: vi osservo da lontano, con cinismo e una leggera acidità di stomaco».
«In un coworking abusivo tra Lambrate e l’inferno. Mi nutro di brioche senza glutine e giudizi universali. Ma non preoccupatevi: vi osservo da lontano, con cinismo e una leggera acidità di stomaco».
Appuntamento quindi?
«Stasera, ore 21, su Telelibertà (canale 76), poi su Liberta.it e su tutte le piattaforme audio. E ricordate: se non guardate la puntata, vi mando Max Ceresa l’uomo delle macchine con la clava in mano».
«Stasera, ore 21, su Telelibertà (canale 76), poi su Liberta.it e su tutte le piattaforme audio. E ricordate: se non guardate la puntata, vi mando Max Ceresa l’uomo delle macchine con la clava in mano».

