Le migranti d'Italia e del mondo insieme, il Natale che unisce
Alla Casa della Giovane di via Tempio cena degli auguri con le lavoratrici del Sud, le ragazze richiedenti asilo e le rifugiate

Simona Segalini
|5 ore fa

Di ospiti ne hanno messo a sedere quaranta. C’erano le “ragazze” del Sud d’Italia che soggiornano alla Casa della giovane di via Tempio per svolgere - a 800 chilometri da casa - i lavori che a casa loro non ce sono abbastanza, ovvero bidelle, Ata, Oss e che percorrono tutta l’Italia durante i periodi lunghi di vacanza per rivedere i propri cari.
C’era a tavola la giovane studentessa iraniana, che studia a Piacenza, e c’erano le ragazze rifugiate e richiedenti asilo coi loro piccolini. Dietro le spalle sono le stesse che si sono lasciate India, Zambia, Costa d’Avorio, Camerun, Nigeria, Ucraina, arrivate in Italia da mesi, qualcuna anche da anni. Qui per trovare una vita meno dura, perché tutti hanno diritto a provarci. Arrivano dalle rotte balcaniche, oppure dalle coste africane sui barconi del Mediterraneo. Gli ultimi arrivi provengono dalla rotta spagnola, dall’Africa a Tenerife e poi via di corsa verso l’Europa.
Giuseppina Schiavi ha messo a sedere tutte e tutti, alla Casa protezione della Giovane. Ospiti (paganti la stanza durante l’anno di lavoro) e migranti. C’erano anche due nuclei familiari - leggi: mamme con bimbi piccoli - inviate dai Servizi sociali. Insomma, un altro mondo nel mondo, per culture, lingua, tradizioni, cristiani e musulmani.
Ma Schiavi e un babbo Natale speciale, con un sacco pieno di piccoli doni - questo simpatico signore che i piccoli di origini africane hanno ormai imparato a amare come un nonno dalla barba bianchissima- hanno rifatto il miracolo che da queste parti è usuale. Ognuno ci ha messo di suo, in tavola.


