L'Orchestra del Mare, il legno del dolore e il suono della speranza
L'evento con Arnoldo Mosca Mondadori nella Sala degli Arazzi dell'Alberoni il 14 mattina con le scuole e il 15 in concerto serale

Eleonora Bagarotti
|3 settimane fa

Le barche dei migranti il cui legno è stato lavorato da liutai e trasformato negli strumenti dell'Orchestra del Mare
Introdotti da don Davide Maloberti, sotto splendidi affreschi che grondano spiritualità, i relatori presenti ieri in Curia al lancio dell’iniziativa dell’Orchestra del Mare, ideata da Arnoldo Mosca Mondadori, hanno spiegato il significato del duplice evento: venerdì 14 novembre alle 10.30 l’incontro tra l’orchestra e le scuole piacentine, sabato 15 alle 21 il concerto nella Sala degli Arazzi.
Il vescovo di Piacenza, monsignor Adriano Cevolotto, ha esordito sottolineando che «le attese sono molteplici e tanti i significati che risuoneranno insieme in questo concerto, che avviene nel Quarto centenario di fondazione della Congregazione della Missione. La grande intuizione di San Vincenzo de’ Paoli è stata quella di dare voce ai più poveri. Mi piace l’idea di questa orchestra, suona strumenti che dal silenzio fa emergere una voce dalla notte, dal mare e da un viaggio carico di speranza, denso di anime. Non c’è situazione, anche la più drammatica, che non sia aperta verso il futuro».
Il vescovo di Piacenza, monsignor Adriano Cevolotto, ha esordito sottolineando che «le attese sono molteplici e tanti i significati che risuoneranno insieme in questo concerto, che avviene nel Quarto centenario di fondazione della Congregazione della Missione. La grande intuizione di San Vincenzo de’ Paoli è stata quella di dare voce ai più poveri. Mi piace l’idea di questa orchestra, suona strumenti che dal silenzio fa emergere una voce dalla notte, dal mare e da un viaggio carico di speranza, denso di anime. Non c’è situazione, anche la più drammatica, che non sia aperta verso il futuro».

Il presidente dell’Opera Pia Alberoni Giorgio Braghieri ha sottolineato l’importanza dell’evento «che si colloca nell’anno giubilare, in cui siamo andati a Roma con il vescovo e tanti piacentini per esprimere la nostra Fede e comunanza, e poi per i 400 anni della Congregazione della Missione. La speranza ci dice che dobbiamo, e lo dico anche da ex allievo salesiano, rivolgersi ai poveri e ai giovani, come faceva San Vincenzo de’ Paoli, che negli anni giovanili ha avuto esperienze con chi scontava una pena e anche lui fece un viaggio in barca». Braghieri ha poi ricordato le precedenti iniziative all’Alberoni, il cui “fil rouge” è stato il linguaggio universale della musica come messaggio di speranza e ha sottolineato «l’importanza di avere, a Piacenza, l’Orchestra Farnesiana, fondata dai fratelli Schiavi, musicisti».
Padre Nicola Albanesi, superiore della comunità del Collegio Alberoni, ha asserito che «San Vincenzo sarebbe stato molto contento di ospitare una simile iniziativa, molto significativa per la comunità e i più giovani in particolare».
E il profondo significato è stato ripreso dal violinista Gabriele Schiavi: «Portare l’Orchestra Farnesiana a suonare questi strumenti è emozionante. L’evento è un viaggio che inizia dal dolore, poi attraversa la metamorfosi e chiude con le buone notizie (da “Fratres” di Pärt a “Divertimento” k 138 di Mozart, e altri autori). In questa formazione - composta da orchestrali molto famosi - noi violinisti ci alterneremo, scambiandoci di posto per sottolineare il messaggio di unione e solidarietà».
Padre Nicola Albanesi, superiore della comunità del Collegio Alberoni, ha asserito che «San Vincenzo sarebbe stato molto contento di ospitare una simile iniziativa, molto significativa per la comunità e i più giovani in particolare».
E il profondo significato è stato ripreso dal violinista Gabriele Schiavi: «Portare l’Orchestra Farnesiana a suonare questi strumenti è emozionante. L’evento è un viaggio che inizia dal dolore, poi attraversa la metamorfosi e chiude con le buone notizie (da “Fratres” di Pärt a “Divertimento” k 138 di Mozart, e altri autori). In questa formazione - composta da orchestrali molto famosi - noi violinisti ci alterneremo, scambiandoci di posto per sottolineare il messaggio di unione e solidarietà».

Molto bella anche la sinergia che si sta creando con la CinqueQuarti. Simona Favari si è detta contenta di collaborare: «All’Alberoni siamo di casa, lì abbiamo fatto la nostra prima iniziativa e lì torneremo per il concerto di Natale. Conosco questo progetto meraviglioso, ci fa piacere dare il nostro piccolo contributo. Nella mattinata di venerdì, è importante l’idea di fare esprimere ai ragazzi la loro riflessione sull’esperienza, dalla conoscenza di sé allo sviluppo di capacità dello stare con gli altri in orchestra. Qui c’è la storia di chi c’è dietro a questi strumenti, ne abbiamo parlato a scuola e abbiamo inaugurato l’Officina CinqueQuarti, laboratorio di liuteria (sostenuto da Fondazione Donatella Ronconi Enrica Prati) sulla costruzione e la cura degli strumenti insieme a professionisti, avviando una collaborazione con il laboratorio di falegnameria della Caritas, che ha messo a disposizione i propri spazi. Il nostro sogno è la costruzione dei violini da studio CinqueQuarti, coinvolgendo anche i ragazzi fragili del territorio, magari avviandoli a un futuro lavorativo».
Giovanna Palladini, consigliera della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha ribadito «il sostegno della Fondazione a un progetto in cui tutti lavorano insieme per dare ai giovani un futuro migliore, cosa in cui crediamo».
Preziosissimo il lavoro svolto da Raffaella Fontanesi del CsvEmilia, che ha organizzato la mattinata del 14 con le scuole: «Grazie alla consegna di Arnoldo Mosca Mondadori, la Memoria vivrà attraverso il racconto delle storie dietro agli strumenti, dalla sofferenza alla metamorfosi».
Grande apprezzamento anche da parte di Angelo Manfredini, direttore della sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che si è detto, come gli altri, in linea con il sottotitolo dell’evento: «Il legno del dolore, il suono della speranza».
Giovanna Palladini, consigliera della Fondazione di Piacenza e Vigevano, ha ribadito «il sostegno della Fondazione a un progetto in cui tutti lavorano insieme per dare ai giovani un futuro migliore, cosa in cui crediamo».
Preziosissimo il lavoro svolto da Raffaella Fontanesi del CsvEmilia, che ha organizzato la mattinata del 14 con le scuole: «Grazie alla consegna di Arnoldo Mosca Mondadori, la Memoria vivrà attraverso il racconto delle storie dietro agli strumenti, dalla sofferenza alla metamorfosi».
Grande apprezzamento anche da parte di Angelo Manfredini, direttore della sede di Piacenza-Cremona dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che si è detto, come gli altri, in linea con il sottotitolo dell’evento: «Il legno del dolore, il suono della speranza».

