MAE Museum, il primo in Europa sulla storia della fibra acrilica

Sarà inaugurato a Fiorenzuola il 20 novembre

Donata Meneghelli
|3 settimane fa
Un rendering del museo. Credits. Cra _ Carlo Ratti Associati
Un rendering del museo. Credits. Cra _ Carlo Ratti Associati
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C’è un’eccellenza piacentina: l’azienda internazionale Mae spa ormai riconosciuta anche come un hub di riferimento nell’ambito dei materiali innovativi. Due anni fa ha aperto ‘Galileo’, centro di progettazione e sperimentazione per lo studio della fibra di carbonio, avviando il primo impianto pilota in Italia per la sua produzione.  Ora si prepara ad un aggiungere un nuovo tassello alla sua eccellenza: aprir- il primo museo d’Europa dedicato alla storia della fibra acrilica (precursore della fibra di carbonio). 
Il Mae Museum – che inaugurerà a Fiorenzuola, sede operativa di Mae, il 20 novembre – è nato dalla volontà di Marco e Paola Rovellini, rispettivamente Presidente e Chief Financial Officer della società. L’opera architettonica è stata progettata da CRA-Carlo Ratti Associati e dall’architetto Italo Rota. Il territorio piacentino con quest’opera diventerà un polo culturale a servizio di tutto il Paese, «un luogo – evidenzia la Rovellini che sarà anche Direttrice del Museo - in cui il dialogo e la formazione creano un ponte che connette la storia e i valori di Mae con innovazione e cultura». 
Fin dalle sue origini nel 1968, la Mae si è concentrata sulla produzione di macchinari e attrezzature per i maggiori produttori italiani di fibre sintetiche, una volta usate nell’abbigliamento, ora impiegate in settori strategici come l’aerospaziale e l’automobilistico. Tra i suoi clienti iniziali figuravano aziende chimiche italiane come Montefibre, Snia ed EniI. La Mae ne ha acquisito gli archivi tecnici, ereditando di fatto tutto quanto è stato sviluppato in Italia nel settore, e ora persegue l’obiettivo di salvaguardare un patrimonio tecnologico unico al mondo, che va dal 1950 ad oggi, consultabile con un archivio robotizzato. 
«Mae è un’industria che ha ereditato per passione una tecnologia italiana, quella della fibra acrilica, e ha cercato di valorizzarla. Tutta la nostra esperienza, tutta la storia che hanno scritto a partire dagli anni ‘60 centinaia di ricercatori, è raccolta nel nostro nuovo museo,» commenta il presidente Mae Marco Rovellini. La figlia Paola Rovellini aggiunge: «Con questa opera valorizziamo il nostro archivio e il patrimonio di idee che hanno accompagnato le trasformazioni della società, e puntiamo anche a creare una maggior consapevolezza sul ruolo cruciale che le realtà industriali italiane giocano nel supportare la crescita del Paese».