Ausl: nelle liste di attesa priorità ai casi più gravi
L'azienda sanitaria interviene specificando come sia impegnata a garantire cure tempestive a chi ne ha più bisogno ed equità di accesso. Libera professione risorsa attrattiva
Redazione Online
|3 ore fa

Il Pronto soccorso dell'ospedale di Piacenza
"La gestione delle liste di attesa chirurgiche avviene secondo criteri uguali su tutto il territorio nazionale, definiti a livello ministeriale e applicati da Regioni e Aziende sanitarie. L'Azienda Usl interviene nel dibattito sulle liste di attesa". A riaccendere il dibattito sul rapporto tra liste d’attesa e attività libero professionale intramoenia (Alpi) era stato Luigi Rabuffi, consigliere comunale di Alternativa per Piacenza, che è intervenuto dopo la pubblicazione della delibera n. 120/2025/VSG della Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo per l’Emilia-Romagna, relativa all’attività dell’Ausl di Piacenza nel 2024. Limitandosi alle liste d’attesa, la Corte "riprende" l’Ausl di Piacenza per diverse prestazioni: per le visite ed esami diagnostici di priorità D (differibili) la tempistica è stata rispettata solo nell’85,37% dei casi, contro il 90% previsto; per la protesi d’anca si scende al 51% rispetto all’85% atteso, mentre la chirurgia generale si ferma al 40% contro il 75%. A fronte di questi dati, nel 2024 le prestazioni in attività libero professionale intramuraria a Piacenza sono state 69.346, in aumento rispetto alle 64.748 del 2023.
Priorità ai casi gravi
Le regole nazionali e regionali - osserva l'Ausl - prevedono che venga data priorità alle situazioni più gravi o che rischiano di peggiorare, mentre i casi meno urgenti vengono programmati in tempi più lunghi. Ogni paziente viene valutato dal punto di vista clinico e inserito in un percorso che tiene conto della gravità del problema, dell’impatto sulla qualità di vita e del tempo già trascorso in attesa.
Il sistema sanitario di Piacenza opera nel pieno rispetto di questi criteri, con l’obiettivo di garantire cure tempestive a chi ne ha maggiore bisogno e, allo stesso tempo, assicurare equità di accesso a tutti i cittadini.
L’Azienda sanitaria di Piacenza è pienamente consapevole del desiderio dei cittadini di ridurre il più possibile i tempi di attesa e lavora quotidianamente per migliorare l’organizzazione dei servizi e ampliare l’offerta di prestazioni. Allo stesso tempo, è corretto ricordare che, in base agli obiettivi assegnati dalla Regione Emilia-Romagna alle Aziende sanitarie, l'Ausl di Piacenza registra, in ambito chirurgico e in particolare nei casi più complessi di area oncologica e cardiovascolare, risultati tra i migliori a livello regionale.
A questi si aggiunge il dato particolarmente significativo della capacità di recupero delle liste d’attesa, ossia dell’abbattimento dei pazienti non ancora operati nell’anno precedente, ambito nel quale l’Ausl di Piacenza si colloca ai vertici regionali.
La libera professione
Quanto alla libera professione, la normativa vigente riconosce ai professionisti la possibilità di svolgere attività libero-professionale all’interno delle strutture sanitarie, secondo regole precise e condivise. Si tratta di un’attività regolata in modo chiaro e riconosciuta come un diritto dei professionisti. L’attività serve anche per rendere l’Azienda sanitaria attrattiva e per evitare la perdita di medici e specialisti, che potrebbe avere conseguenze negative sulla qualità complessiva dei servizi offerti ai cittadini.
È pertanto fuorviante ricondurre la libera professione e le liste di attesa a un unico ambito. Si tratta di due canali distinti, che convivono secondo regole chiare e condivise, e che rispondono a finalità diverse. Le liste di attesa della sanità pubblica seguono criteri di priorità clinica e percorsi organizzativi specifici, mentre la libera professione si basa su una scelta volontaria del cittadino e su un rapporto diretto con il professionista, senza interferire con l’accesso alle prestazioni del Servizio sanitario.
Il caso specifico
Lo scorso 15 dicembre il consigliere Rabuffi si è sottoposto a una visita chirurgica all’ospedale di Piacenza. Serve un intervento. Ma la prima data disponibile, in regime ordinario, è il 15 ottobre 2026, tra dieci mesi, a Castel San Giovanni. Rabuffi quindi chiama il Cup e poi il numero dedicato alla libera professione. La risposta: intervento il 23 dicembre, pochi giorni dopo, pagando 150 euro invece dei 34 previsti dal servizio pubblico.
Con riferimento al caso specifico richiamato, l’intervento è stato valutato come ambulatoriale e privo di carattere di urgenza. Il paziente è stato regolarmente visitato e giudicato operabile senza necessità di trattamento prioritario. Trattandosi di una prestazione non urgente e non riconducibile ai percorsi programmati per gli interventi più complessi, l’inserimento in lista di attesa non avviene secondo criteri di priorità clinica, ma in base all’ordine temporale. Inoltre, il paziente ha scelto una equipe con una propria agenda autogestita, motivo per cui l’intervento è stato inserito nella lista di attesa dell’Unità operativa di riferimento. Qualora la prenotazione fosse stata effettuata tramite Cup, la prima data disponibile sarebbe stata il 9 luglio.
Si segnala infine che la Direzione aziendale ha già avviato un percorso di riorganizzazione e coordinamento delle liste di attesa per la chirurgia ambulatoriale, con l’obiettivo di creare una lista unica aziendale (prenotabile tramite Cup) che consenta un ulteriore efficientamento del percorso e garantisca massima trasparenza ed equità di accesso, migliorando i tempi di risposta ai cittadini.
Per quanto riguarda le osservazioni formulate dalla Corte dei Conti, stimoli considerati molto importanti, si precisa che l’Ausl di Piacenza si è uniformata alle raccomandazioni rivolte dalla Corte a tutte le Aziende sanitarie, come risulta dai dati pubblicamente disponibili. Il Servizio sanitario di Piacenza conferma il proprio impegno a garantire trasparenza, correttezza ed equità di accesso alle cure, nel rispetto delle regole nazionali e con l’obiettivo costante di migliorare la qualità dei servizi offerti alla comunità.

