Ottocento euro a un pensionato per fingersi papà

La bimba, figlia di una albanese costretta a prostituirsi, avrebbe così ottenuto la cittadinanza italiana. L'anziano è nel frattempo deceduto ma ora finisce a processo la presunta mediatrice

Paolo Marino
Paolo Marino
15 aprile 2025|36 giorni fa
Tribunale piacenza
Tribunale piacenza
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Ottocento euro per rendersi disponibile a riconoscere la paternità di una bimba albanese, nata da una donna costretta a prostituirsi sulla Caorsana. Sarebbe questa la cifra ricevuta da un pensionato piacentino compiacente. In questo modo la piccola avrebbe avuto la cittadinanza italiana e non avrebbe avuto problemi con il permesso di soggiorno.
La vicenda, risalente a undici anni fa, è ora riemersa perché il finto papà ieri sarebbe dovuto comparire davanti al giudice per rispondere di “alterazione di stato”: un reato che punisce, con una pena che va dai tre ai dieci anni, chiunque, nella formazione di un atto di nascita, altera lo stato civile di un neonato, mediante false certificazioni, false attestazioni o altre falsità.
Nel frattempo, l’uomo - principale imputato - è deceduto, ma nel procedimento penale erano coinvolte altre tre persone, tutte albanesi: la giovane madre, il vero papà e la connazionale che avrebbe messo in contatto la coppia con il piacentino. I primi due hanno già da tempo patteggiato mentre ora è finita a processo la donna albanese che avrebbe avuto il ruolo di mediatrice.