Ghidoni saluta l'ospedale dopo 45 anni di lavoro e migliaia di protesi

Dopo una carriera segnata da migliaia di interventi, l'ortopedico Ghidoni chiude il capitolo al Guglielmo da Saliceto

Elisabetta Paraboschi
|7 mesi fa
Katia Tarasconi, Paola Bardasi, Giuseppe Ghidoni e Andrea Magnacavallo
Katia Tarasconi, Paola Bardasi, Giuseppe Ghidoni e Andrea Magnacavallo
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«Mio padre era un agricoltore e diceva sempre a noi figli: ragazzi, studiate perché fare il contadino è faticoso molto. Ecco, diciamo che abbiamo seguito tutti il suo consiglio». L’ortopedico dell’ospedale di Piacenza Giuseppe Ghidoni incomincia così la sua storia: il finale è quello che oggi, mercoledì 30 aprile, lo porterà a timbrare l’ultimo cartellino al “Guglielmo da Saliceto” dopo 51 anni di onorato servizio. «Effettivi sono 45 – ci tiene a precisare il medico – poi c’è stato il riscatto degli studi universitari». Laureato a Pavia, la passione per la medicina è di casa nella famiglia Ghidoni: «Mio fratello è uno psicologo, l’altro fratello è medico di base – spiega – e anche mia figlia Laura è un’ortopedica come me: lavoriamo insieme dal 2017».
Originario di San Fiorano, sono i primissimi anni Ottanta quando Ghidoni incomincia la sua esperienza nell’ospedale di Piacenza: «Ho attraversato il ponte sul Po per partecipare a un concorso in Ortopedia e da lì è cominciato tutto – va avanti a raccontare – nella mia zona ci si rivolgeva a Lodi o Cremona, ma per me è stata una fortuna scegliere Piacenza: non me ne sono mai pentito».
Fra l’altro, in ospedale ha trovato anche l’amore: «Ho conosciuto un’infermiera della sala operatoria, Annamaria, ed è diventata mia moglie – sottolinea – ci siamo sposati nel 1983: poi sono nati i nostri figli Andrea e Laura». Specializzato nelle protesi dell’anca, a chi gli chieda quanti interventi abbia fatto in tanti anni di attività, Ghidoni risponde che «senza dubbio sono qualche migliaia, ma non li ho contati. Però anche il penultimo giorno di servizio ho avuto in calendario due protesi all’anca e una del ginocchio».