Il bilancio 2026 è approvato: la maggioranza regge all'urto dell'opposizione

Maratona di 30 ore fra proposte e ostruzionismo, ma il numero legale tiene

Gustavo Roccella
Gustavo Roccella
|11 ore fa
Il bilancio 2026 è approvato: la maggioranza regge all'urto dell'opposizione
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Descritta dagli avversari come sfilacciata e in balia dei dissidenti interni, la maggioranza ha retto in consiglio comunale alla prova muscolare a cui l’opposizione l’ha portata utilizzando tutti i possibili tempi di intervento prima sugli ordini del giorno e poi sui 53 emendamenti. Ieri sera alle 20.40, al termine di una maratona di 30 ore e 40 minuti di seduta ininterrotta, il bilancio di previsione 2026-28 e il Documento unico di programmazione (Dup) sono stati approvati dal centrosinistra a ranghi compatti, fatta la tara dei due assenti giustificati, Giuseppe Gregori (Per Piacenza) e la stessa sindaca Katia Tarasconi, in trasferta coreana al seguito dei dipinti della Ricci Oddi.
Tra i 19 sì c’era anche quello di Claudia Gnocchi (gruppo misto), che tra i cosiddetti dissidenti passa per quella più in allontanamento dalla coalizione. Una energica risposta di tenuta considerato che spetta alla maggioranza mantenere in Aula il numero legale minimo di 17, evitando “imboscate” dell’opposizione con improvvise estrazioni delle tessere di presenza al momento delle votazioni.
Da canto suo la minoranza, che in questi due ultimi Consigli (ieri e lunedì) sul bilancio ha vigorosamente protestato per il rigetto della richiesta di convocare una terza seduta - diniego motivato con le assenze tra le file del centrosinistra che nei prossimi giorni avrebbero impedito di tenere il quorum -, ha cantato vittoria per un risultato arrivato quasi in zona Cesarini su uno dei temi più divisivi dell’ultima fase: il bando di gara unificato delle gestioni del bar sotto il Comune, del salone del Gotico e dello Iat (ufficio informazioni turistiche) che ha sede al piano terreno dello storico palazzo. Erano scoccate le 28 ore di discussione quando un emendamento di Luigi Rabuffi (ApP), critico sulla scelta dell’amministrazione per il bando integrato, ha visto l’intervento dell’assessore Christian Fiazza che ha voluto chiarire che il salone monumentale del Gotico non sarà oggetto di concessione amministrativa. «Come detto dalla sindaca Tarasconi in consiglio comunale, si tratta di un servizio di portineria per l’ingresso/uscita dei visitatori e accompagnamento alla visita del salone», ha spigato Fiazza informando che, per rendere formale l’indicazione, si è concordata con Rabuffi una specifica correzione del suo emendamento: «Palazzo Gotico non è da dare in concessione amministrativa», questo il testo inserito nel Dup 2026-28.
Esultante la minoranza per quello che ha definito «un passo indietro della maggioranza» nella direzione energicamente caldeggiata in questi giorni non solo dall’opposizione, ma anche dagli esponenti del centrosinistra che hanno sollevato riserve rispetto all’affidamento in gestione a privati di uno dei luoghi «simbolici» e «identitari» di Piacenza. Rabuffi si è detto felicissimo, Jonathan Papamarenghi e Patrizia Barbieri (civica di centrodestra) hanno rivendicato alla minoranza il merito di avere fatto «riflettere» l’amministrazione su uno dei nodi più spinosi del recente dibattito politico. Ha ribattuto Caterina Pagani (Piacenza Oltre) sottolineando che in tutte le sedi in cui l'argomento è stato toccato, a partire da quelle consiliari, "l'amministrazione non ha mai parlato di dare il Gotico in concessione, ma di voler aumentare l'accessibilità turistica al salone monumentale".