Confesercenti Piacenza: «Difendere la montagna significa difendere il futuro di un territorio e delle sue imprese»
Il direttore Fabrizio Samuelli all’evento del Gal del Ducato: «Servono risorse vere e politiche concrete per chi tiene vive queste zone»
A CURA DI ALTRIMEDIA
|4 ore fa

Si è recentemente svolto a Parma un importante evento organizzato dal Gal del Ducato all’interno del quale ha partecipato, tra i diversi relatori, anche il direttore di Confesercenti Piacenza, Fabrizio Samuelli.
I temi sulla montagna da sempre rappresentano per l’Associazione piacentina motivo di impegno per la difesa e tutela del territorio e delle attività presenti. È per queste profonde motivazioni che viene dedicato il numero di dicembre di questa rubrica a uno stralcio dell’intervento di Samuelli.
L’intervento
“Negli ultimi anni il settore che rappresentiamo ha subito profonde mutazioni. A partire dal decreto “Salva Italia” del 2011 che ha liberalizzato gli orari degli esercizi commerciali. Altro elemento quello del commercio elettronico, che ha visto anche i piccoli negozi strutturarsi con una necessaria e fondamentale parallela rete virtuale per fornire un servizio ancora più completo e al passo con i tempi. Purtroppo, però, il sistema Europa e Paese non hanno saputo, o voluto, operare correttamente e seriamente per arginare il gravissimo problema creato dai giganti del web che inesorabilmente erodono sempre maggiori fette di mercato potendo contare sul favore di una smaccata concorrenza sleale.
I numeri del 2024
Basti pensare che nel 2024 le vendite on line hanno superato nel nostro Paese i 40 miliardi di euro di cui ben il 70% è concentrato nei 20 principali operatori globali, che, si badi portano alle casse dello Stato circa 450 milioni di euro di imposte a fronte dei circa 7,7 miliardi versati dalle micro imprese, di cui ben 4,4 miliardi di tributi locali. Non si può dimenticare quanto ha portato il post Covid per i bar – pubblici esercizi. Con la spinta verso l’asporto/delivery, la forte richiesta da parte dei clienti di utilizzare gli spazi esterni. E poi il difficile reperimento del personale. Per non parlare del fenomeno del dumping contrattuale che si stima sottragga circa 1,5 miliardi di euro alla nostra economia. E poi il tema del difficile ricambio generazionale nelle aziende, quelle giovanili rappresentano circa il 10%. E poi la riduzione della resilienza: il 45% delle imprese nate nel 2019, nel 2024 avevano già chiuso l’attività.
Focus sulla montagna
Riguardo alla montagna la premessa generale è legata al fatto che serve rispetto e considerazione per le imprese presenti, che di fatto permettono il mantenimento e l’esistenza di tanti borghi. Sono imprese, persone, realtà, che posseggono una grandissima dignità, non chiedono la questua. Dovrebbe essere il sistema Paese, la politica a comprendere l’importanza e strategicità di questi presidi.
Cosa fare? Innanzitutto servono risorse. Non bastano i proclami e le buone intenzioni declamate con la recente legge sulla montagna o in tanti convegni. Servono reali zone economiche speciali perché solo in pochi mesi all’anno le imprese riescono ad avere un reddito. Riduzione delle accise dei carburanti per permettere la permanenza di benzinai e retisti, vedi il recente caso Europam. I cittadini della montagna devono trovare il carburante, e a un prezzo equo. Portare poi tramite percorsi formativi le basi della tele medicina nei negozi/osterie di montagna. Applicazione di un’Iva agevolata almeno sui beni di prima necessità in quei territori.
Le azioni per il territorio
Occorre rendere fattibile la possibilità di restare sul territorio, attrarre imprese, garantire i servizi essenziali. Serve un reale piano nazionale per sostenere le imprese. Non pensiamo unicamente all’innovazione, ragioniamo anche sulla concretezza di attività basilari. E poi è fondamentale unire i territori. Le fusioni sono indispensabili. Parlare del rischio di perdere l’identità oggi non ha più una ragione. Basta futili campanilismi. L’esempio lungimirante dell’Alta Val Tidone ne è l’esempio. La montagna detiene gli elementi più importanti per la sostenibilità del genere umano: acqua, estensione dei boschi, qualità della vita. Investire, credere nella montagna è un affare per tutti, soprattutto per il nostro futuro. Passiamo dalle inutili parole ai fatti, facciamo programmi a lungo termine e non per l’effimero immediato consenso”.

