L’organista Perotti che ha suonato per Armani: «Per lui il Requiem di Verdi»
Messa per i defunti in gregoriano con i cantori, ma anche improvvisazione iniziale

Elisa Malacalza
|3 mesi fa

L’organista piacentino Federico Perotti con i cantori - FOTO ZANGRANDI
Dal genio schietto risorgimentale dell’Aida e della Traviata a un genio moderno, che ha elevato la semplicità a ricercata eleganza, credendo in una donna nuova, indipendente, forte. E tra i due, a legarli insieme, le mani di un altro piacentino capaci di volare sui tasti: il funerale di ieri è stato concluso da un omaggio in musica a Giorgio Armani attraverso il Verdi più spirituale, quello che ricerca la fede e ha forse paura della morte ma non delle sue stesse domande. L’organista del Duomo di Piacenza Federico Perotti ha dimostrato tutta la sua sensibilità nella scelta del Requiem creato dal Cigno di Sant’Agata di Villanova. In apertura, un’improvvisazione del maestro Perotti: «Noi organisti siamo abituati ad avere a che fare con le tappe importanti della vita, dalla nascita alla morte», spiega al termine della celebrazione Perotti, in abito nero.
«Non conoscevo ovviamente personalmente Giorgio Armani, ma ho pensato di concentrarmi per lui sulla ricerca dell’arte e della bellezza. Non mi interessa che sia stato ricco o famoso. Credo che quel che conti sia il suo aver saputo perseguire un obiettivo, fino alla fine. Tutti corriamo, ma solo alcuni ne capiscono il motivo. Armani è stato tra questi». Particolarmente commovente la scelta della messa per i defunti in gregoriano, resa possibile dalla presenza di quattro cantori. E non è mancata anche l’Ave Maria di Schubert, cantata anche al mattino al matrimonio a Rivalta, dove si sono così incrociati amore e morte in poche ore, facce della medaglia chiamata vita.


