Centrale nucleare di Caorso, la Provincia di Piacenza rischia di perdere 19 milioni di euro

Dei 28 milioni di euro richiesti, la Provincia di Piacenza rischia di incassarne dallo Stato solo 9,2 a causa della prescrizione

Thomas Trenchi
25 aprile 2025|20 giorni fa
La centrale nucleare di Caorso© Libertà
La centrale nucleare di Caorso© Libertà
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Manca un documento. Una semplice dichiarazione formale, timbrata e protocollata dagli uffici, e la Provincia di Piacenza rischia di perdere circa 19 milioni di euro destinati alla collettività. La vicenda prende piede dopo la sentenza di primo grado emessa dal tribunale ordinario di Roma il 28 marzo 2025, firmata dalla giudice Assunta Canonaco. La decisione coinvolge l’ente di corso Garibaldi nel contesto delle compensazioni economiche per i territori toccati dagli effetti dell'ex centrale nucleare di Caorso.
Il caso nasce da una causa intentata dalla Provincia e da alcuni Comuni contro lo Stato (Presidenza del Consiglio, ministero dell’Economia e Cipe) per ottenere il pagamento completo dei contributi previsti dalla legge per i territori che ospitano o si trovano in prossimità di centrali nucleari. La Provincia aveva richiesto 28 milioni di euro, sostenendo di averne ricevuti solo il 30%. Secondo la tesi degli enti locali, lo Stato avrebbe applicato in modo errato una norma del 2004, che invece di modificare l’importo da destinare ai territori, spostava solo la destinazione del denaro. Di fatto, lo Stato ha versato solo una parte del dovuto. Il tribunale ha dato ragione agli enti: avevano diritto al 100% della somma.
Tuttavia, la vittoria è solo parziale. Dei 28 milioni richiesti, la Provincia di Piacenza rischia di incassarne solo 9,2. Il motivo? La prescrizione. La legge consente dieci anni per reclamare crediti dal momento in cui il Cipe ha definito gli importi con una delibera del 2012. Il termine è scaduto nel 2022, e i contributi relativi agli anni 2005-2011 non possono più essere recuperati. Restano esigibili solo quelli dal 2012 al 2020.
A complicare la situazione della Provincia c’è anche un altro aspetto: non risulterebbero atti interruttivi della prescrizione. A differenza di altri Comuni, come Caorso, che hanno inviato lettere o solleciti per mantenere aperta la possibilità di riscossione, la Provincia non ha prodotto alcun atto formale. È per questo che, pur avendo vinto in tribunale, ora potrebbe ottenere solo una parte dei fondi. Nella governance dell'ente di corso Garibaldi, non manca il malumore, e più di qualcuno si domanda: perché si è atteso così tanto ad agire? E perché nessuno ha pensato a interrompere i termini della prescrizione con una semplice comunicazione?