Bilancio positivo per il gruppo di auto aiuto per fratelli di bambini disabili
A progettarlo è stata la Decarli, 23enne, diplomata con laurea triennale in Servizio sociale all’Università di Parma dove ora studia per la quinquennale in Programmazione e gestione dei servizi sociali che concluderà nei prossimi mesi
Donata Meneghelli
|5 mesi fa

Fratelli e sorelle si sono fatti invisibili, per non gravare su situazioni familiari già complesse per la presenza di un figlio disabile. Ma ora si sono messi al centro loro, imparando ad esprimere anche le proprie esigenze. E’ accaduto grazie al gruppo di auto-mutuo aiuto dei “Siblings” (il termine inglese che indica i fratelli di persone disabili) creato da Francesca Decarli, che ha realizzato il primo ciclo di incontri, gratuiti, supportata dallo studio multiprofessionale “Le Connessioni” di Fiorenzuola che ha messo a disposizione sia i locali sia le professionalità di due terapeute: Francesca Franciosi, psicologa e psicoterapeuta che è anche supervisore di progetti per minori autistici; e Laura Patano, psicologa che lavora anche con Afadi Associazioni famiglie disabili.Si è trattato del primo percorso rivolto a giovanissimi a nascere nel Piacentino (finora c’erano stati per lo più percorsi per caregivers). A progettarlo è stata la Decarli, 23enne, diplomata con laurea triennale in Servizio sociale all’Università di Parma dove ora studia per la quinquennale in Programmazione e gestione dei servizi sociali che concluderà nei prossimi mesi. Da settembre lavora allo Sportello sociale del Comune di Monticelli. Vive a Pontenure con mamma Monica (papà Riccardo è mancato nel 2017) e con il fratello Luca, 25 anni, che ha la sindrome di Down. Decarli anche attraverso Libertà aveva aperto l’invito alla partecipazione a siblings a due gruppi: uno per bimbi e uno per giovani. Il fatto che lei abbia un’esperienza personale, oltre che professionale, ha favorito empatia e comprensione.
Testimonia una partecipante al gruppo: "È difficile, ad oggi, trovare uno spazio in cui ci si possa esprimere davvero, senza filtri, condividendo emozioni, riflessioni e pensieri che spesso restano nascosti dentro per troppo tempo. Aver avuto la possibilità di incontrare altri ragazzi con fratelli o sorelle con disabilità è stata un’occasione speciale anche per ampliare le proprie prospettive. Le nostre storie, pur nelle loro differenze, si sono intrecciate e rispecchiate, arricchendoci a vicenda. Ogni diverso punto di vista o esperienza condivisa, ha aggiunto un nuovo sguardo su una realtà che ci accomuna e che spesso, al di fuori di questo spazio, resta invisibile o incompresa. La bellezza del confronto, l’empatia e la libertà di essere semplicemente noi stessi, hanno reso questo percorso un’esperienza profondamente umana. Porterò con me tutto questo, con gratitudine e affetto”.
Chi desideri mettersi in contatto con il gruppo di auto-mutuo aiuto può scrivere a [email protected]




