Don Cassola è stato segretario del card. Prevost: «Uomo mite, umile e gentile»

Il piacentino in Vaticano è stato al suo servizio per 6 mesi nel Dicastero per i vescovi. «Un missionario vero, vissuto nei luoghi più impervi»

Federico Frighi
Federico Frighi
9 maggio 2025|6 giorni fa
Don Cassola è stato segretario del card. Prevost: «Uomo mite, umile e gentile»
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«E’ una persona mite, umile e gentile» riesce a scrivere via Whatsapp non appena il cardinale francese Dominique Mamberti ha terminato l’annuncio dell’habemus papam. Già prefetto del Dicastero per i vescovi, il cardinale Robert Francis Prevost, neo papa Leone XIV, ha avuto per sei mesi, come segretario personale, un piacentino che, dopo la scadenza del suo mandato, è rimasto a prestare servizio nell’importante «ministero» vaticano. Si tratta di monsignor Massimo Cassola, 53 anni, officiale del Dicastero per i vescovi, ovvero la macchina che propone al Santo Padre le figure dei sacerdoti che per fede salda, preparazione e virtù umane, possono essere promossi al ministero episcopale, fondamentale nel cattolicesimo. Don Massimo è commosso e felice. E’ in Vaticano dal 2017 ed è stato per cinque anni segretario del cardinale prefetto Marc Ouellet, canadese, e, per i primi sei mesi di governo, del suo successore, lo statunitense cardinale Robert Prevost: il nuovo papa. E’ stato anche il postulatore della causa di beatificazione di don Giuseppe Beotti nella fase vaticana. E se il sacerdote piacentino ucciso dai nazisti è stato riconosciuto martire per fede, è anche merito delle sue accurate ricerche.
Lo raggiungiamo al telefono, subito dopo le prime parole di Leone XIV. Con fatica, perché il Vaticano fino ad allora era schermato e nessun cellulare poteva funzionare. Terminato il conclave, tutto ha ripreso pian piano come prima e anche monsignor Cassola - come tutti in Vaticano - è uscito dall’isolamento. Se per molti papa Prevost è stato una sorpresa, nei sacri palazzi si respirava un’aria diversa. Tra i bene informati, anche ieri mattina si pensava che potesse avere delle buone di possibilità di accedere al soglio pontificio. Lo rivela lo stesso don Massimo che aggiunge: «E’ una persona mite, umile, buona, gentile, quelle persone con cui lavorare è un piacere». Ancora: «E’ una persona che ti ascolta, che ragiona, che cerca di capirti, sempre cortese, con un tratto umano direi ... spettacolare». Parole spontanee, pronunciate da chi ci ha trascorso ore e ore insieme.