«Essere imprenditori oggi? Serve visione, ma anche capacità di adattamento»

Matteo Prati
15 aprile 2025|2 giorni fa
«Essere imprenditori oggi? Serve visione, ma anche capacità di adattamento»
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Si è messo allo “Specchio”, Giacomo Ponginibbi, amministratore delegato del gruppo che porta il suo nome e presidente di Confapi Piacenza. Un dialogo a tutto campo, nel salotto di Telelibertà, con la giornalista Nicoletta Bracchi, tra memoria familiare, sfide imprenditoriali e riflessioni sul futuro del settore automotive, in un momento storico che assume i tratti di una rivoluzione. «Il nostro è un settore in piena trasformazione – sottolinea Ponginibbi – la mobilità sta cambiando a passi da gigante, e per chi fa impresa è fondamentale rimanere al passo con i tempi. Non è sempre facile, ma bisogna avere la capacità di adeguarsi al mercato, senza mai perdere di vista la propria identità». Il viaggio parte da lontano, da quando, nel 1965, il padre di Giacomo – il signor Luigi – decise di mettersi in proprio: «Non veniva da una famiglia di imprenditori, ma aveva visione e coraggio. Ha preso decisioni importanti, anche rischiose. Il primo passo fu una società di noleggio, poi la prima concessionaria in via XXI Aprile. Tutto è nato lì, e nei primi anni ’70 arrivò la svolta con il marchio Peugeot, ai tempi affiancato anche a Talbot». Un’eredità costruita sul rigore, ma anche sul rispetto dei tempi e delle scelte personali dei figli. «Mio padre è sempre stato molto rigoroso, ma capace di distinguere nettamente il ruolo di imprenditore da quello di genitore. Non c’è mai stata una forzatura per farmi entrare in azienda. È stato tutto molto naturale. Io e mia sorella Cristina abbiamo avuto la libertà di sbagliare, di fare il nostro percorso. Lei ricopre un ruolo chiave nella parte amministrativa dell’azienda. È una donna di grande equilibrio e posatezza, fondamentale all’interno del nostro gruppo. Il nostro è un lavoro di squadra, e lei rappresenta una colonna portante». Nel confronto con Giacomo Ponginibbi, lo sguardo si sposta anche sulle tendenze del mercato e sul modo in cui sta cambiando il rapporto tra le persone e l’auto. Un mondo in evoluzione costante, dove le scelte sono sempre più razionali. «La macchina più facile da vendere oggi? Sicuramente il SUV — spiega — perché offre un mix di caratteristiche vincenti: è versatile, ti fa sentire più sicuro alla guida, risponde a esigenze familiari e personali». Il Covid, secondo Ponginibbi, ha cambiato anche il modo in cui si acquista un’auto. «Una volta si sceglieva più di pancia, sull’onda dell’emozione. Ora, soprattutto nelle famiglie, la macchina è una scelta ponderata, che deve durare nel tempo e rispondere a bisogni concreti. E sul fronte dell’elettrico? Sta crescendo, ma lentamente. E ci sta: non tutti i clienti sono pronti per quel tipo di cambiamento. È fondamentale che ci sia criterio nella proposta. L’elettrico non è la risposta giusta per tutti. Io stesso guido una Peugeot ibrida: credo molto nella gradualità». Guardando al futuro, però, le preoccupazioni non mancano. «Mi preoccupa il protagonismo di certi leader mondiali. Pensare che nel 2025 si debba ancora parlare di guerre, sia da un punto di vista umano che politico, è semplicemente folle. Le tensioni internazionali, i dazi, l’instabilità geopolitica hanno ripercussioni concrete anche sul mondo delle imprese, sulle programmazioni aziendali». C’è uno sguardo che si addolcisce quando Giacomo parla della sua famiglia. «I miei genitori li avrei disegnati così. Sono cresciuto in campagna, libero, tra i miei cani: un’infanzia vera, piena». Il pensiero vola anche a sua figlia, Giulia, 15 anni. «Sta facendo il secondo anno delle superiori. Per me è una gioia, e non è una frase fatta. La nostra è una famiglia semplice, fatta di valori autentici, di legami forti. Stare insieme oggi è un traguardo, e va custodito come il bene più prezioso».
Ponginibbi: «Le aziende si evolvono, ma ci vogliono persone pronte a mettersi in gioco»
Dal 2020 è presidente di Confapi Industria Piacenza, oggi al secondo mandato. Un’esperienza che lo ha messo in contatto con il tessuto vivo dell’imprenditoria locale, tra sfide, visioni e nuove consapevolezze. «Per me è stato un percorso di crescita e insegnamento. Ho avuto la possibilità di incontrare imprenditori straordinari, che sanno cosa significa fare impresa, ogni giorno, anche quando è difficile». Come presidente di Confapi, Giacomo ha anche lo sguardo rivolto al tessuto produttivo del territorio. «Conosco da vicino tante aziende piacentine, realtà che ogni giorno affrontano con coraggio e spirito di innovazione i cambiamenti di un mercato sempre più esigente. Fare rete e condividere visioni è fondamentale. Piacenza ha un potenziale industriale altissimo, spesso ancora poco raccontato». Tra i temi caldi, la difficoltà nel reperire risorse umane qualificate. «Al di là del settore merceologico, questo è un denominatore comune. La gente ha cambiato le proprie priorità, soprattutto i giovani. Oggi si guarda molto di più alla qualità della vita, anche a scapito della crescita professionale. È cambiata la scala dei valori, quasi si è invertita. Non voglio giudicare, non so se sia giusto o sbagliato, ma è certo che oggi è più difficile trovare collaboratori pronti a mettersi davvero in gioco». Anche le imprese, però, si stanno evolvendo. «Molte realtà stanno dando attenzione ad aspetti che un tempo restavano sullo sfondo. Questo può portare a un miglioramento collettivo, a beneficio di tutti». E poi ci sono le due grandi parole chiave del futuro: innovazione e sostenibilità. «Sono valori sempre più centrali e le aziende lo hanno capito bene. L’innovazione, però, deve seguire una logica chiara. L’intelligenza artificiale, ad esempio, è un pilastro, sì, ma non deve mai sostituire l’intelligenza dell’uomo. Alla base di ogni vero incremento aziendale ci sono persone competenti, motivate, capaci di far crescere anche chi gli sta intorno». E' possibile seguire le puntate de “Lo specchio di Piacenza” in diretta streaming e riguardare tutti gli episodi on demand sul sito di Telelibertà.
Non solo auto: la visione sociale e sportiva del Gruppo Ponginibbi
Non solo azienda, non solo auto. La famiglia Ponginibbi affianca da sempre all’attività imprenditoriale un forte impegno civico. «Durante la pandemia abbiamo donato un’auto alle unità USCA: era un momento in cui tutti dovevano fare la propria parte». Un gesto seguito da altri, come la donazione di un defibrillatore in Largo Battisti con Progetto Vita di Daniela Aschieri. «Mio padre ha avuto un grave problema cardiaco: la professionalità del reparto di cardiologia lo ha salvato. Ci siamo sentiti in debito, e abbiamo voluto restituire, anche all’interno della nostra azienda, dove c'è un defibrillatore». Il legame con la città passa anche dallo sport. «Il mio primo ricordo allo Stadio Garilli risale a quando avevo tre anni, inizio anni ’80. Oggi supportiamo il Piacenza Calcio, insieme ad altri imprenditori che hanno creduto in questo progetto». Ma non c’è solo il calcio. «Siamo tifosi anche della pallavolo, della Gas Sales: da quando la famiglia Curti ha preso in mano la squadra, è stato fatto un lavoro straordinario». Sul fronte aziendale, dopo l’apertura nel 2016 del primo DS Store privato in Italia, il Gruppo ha accolto nel 2024 il marchio Alfa Romeo e, dal gennaio 2025, anche lo storico brand inglese MG, oggi rilanciato con una gamma rinnovata e competitiva.